Mi è arrivata questa mail su Brunetta : in una lettura di genere il suo intervento sui fannulloni dipendenti pubblici rischierebbe di danneggiare soprattutto le donne.
Che ne pensate?
Vi lascio la lettera che è stata spedita ai giornali:
L’attacco del ministro Brunetta minaccia il lavoro delle donne!
L’attacco del ministro Brunetta alle condizioni di lavoro nel
settore pubblico è in realtà un attacco alle condizioni di lavoro e
di vita delle donne italiane, che rappresentano la parte più
ampia “dei” dipendenti “pubblici”, nelle amministrazioni locali,
nella sanità, nella scuola. Nel solo Comune di Torino, ad esempio,
lavorano a tempo indeterminato 8.333
donne, cioè il 68,1%, e 3.919 uomini, cioè il 31,9% (inversa
è la
proporzione tra i dirigenti, che sono 109 uomini e 70 donne). Che le
misure adottate o ventilate dal governo tendano al peggioramento
della qualità di vita e lavoro della popolazione femminile è
confermato anche dall’attacco
alla legge 188/2007 contro i licenziamenti in bianco al
momento
dell’assunzione (da usare in caso di gravidanze e lunghe malattie),
così come dalla riduzione del part time e dalla minacciata
abolizione della pensione alle casalinghe.
Consideriamo necessario avviare un ragionamento a più livelli sulle
motivazioni e sulla qualità del lavoro delle donne nel settore
pubblico, al di là degli stereotipi che identificano nei compiti di
educazione e cura la prosecuzione di tradizionali ruoli femminili.
Chiediamo a tutte le donne, dalle lavoratrici, alle sindacaliste,
dalle intellettuali alle politiche, di esprimersi e chiediamo alla
ministra delle Pari Opportunità di farsi portatrice presso i ministeri
competenti della difesa del lavoro femminile, ricordando loro che il
basso tasso di occupazione femminile in Italia, il 43,6%, colloca il
nostro paese al 26° posto in Europa, il penultimo prima dell’isola di
Malta.
Maria Teresa Silvestrini, Consigliera Comunale Rifondazione Comunista
Monica Cerutti, Capogruppo Sinistra Democratica
foto tratte liberamente da Internet
La poesia ha ancora un senso? Bella domanda. La parola poesia mi fa pensare a qualcosa da gustare piano piano, ad un momento come un fermo immagine, un evento che si svela poco a poco e puo’ non essere “fatta” per chi ha premura di sapere, per chi non vuole interpretare, per chi cerca subito la soluzione. La prosa è più immediata per certi versi perchè riesce a comunicare molto di più di una poesia, dove ciò che ti emoziona o comprendi dipende dal tuo essere, dal tuo stato d’animo… certo anche nella prosa ci sono messaggi che possono essere nascosti, ma il primo significato è quasi sempre evidente. Pero’ la prosa è anche meno immediata, per la forma, la logica… Io amo leggere più la prosa che la poesia (spesso presa da quell’impazienza di sapere), ma ho difficoltà a scrivere racconti, perchè nella prosa non puoi lasciare nulla in sospeso, richiede più definizione, più precisione… Forse questo mio pensiero sulla poesia e la prosa dipendono dalle difficoltà che ho con la seconda, la poesia per me è più spontanea anche se su una lirica posso tornarci piu’ volte e stravolgerla del tutto, nonostante io parta sempre da qualcosa che mi riguarda anche se da lontano, anche se per sentito o visto… Chi riesce a comunicare con una poesia, un racconto, un romanzo, un disegno, una canzone… ha per me un dono che non va sprecato. Bisogna mettersi in gioco e avere il coraggio di non accontentarsi mai, perciò secondo me hai fatto bene a buttarti in quest’ avventura 🙂 Come è andata la tua giornata di mare? Buonanotte, Giusy
Come dire certe cose non cambiano. Ricordo un passo dal libro di Virginia Woolf, una poesia ma non ricordo di chi, “Le donne vivono come pipistrelli, lavorano come bestie e muoiono come vermi”.
bene, passata sotto un sole, fresco, quasi settembrino. Abito a Chioggia, dove c’è la spiaggia bellissima e calda di Sottomarina. La conosci?
Comunque mi fai pensare alla poesia come qualcosa di meno immediato rispetto alla prosa. Io pensavo il contrario. Cioè la poesia ti fa pensare a qualcosa, ma purtroppo potrebbe essere anche il contrario e pure qualcos’altro. è questa indefinibilità che la contraddice e contraddice anche chi la scrive. Roland Barthes mi sembra dicesse proprio che non bisogna mai chiedere ad un poeta cosa voglia esprimere con la sua poesia. Se te lo chiedessi?
A proposito della Woolf: nn mi piace il suo stile. Troppo pesante da leggere, eppure è amata da molti. Ho provato a leggere Gita al faro, ma non sono riuscita ad andare oltre i primi capitoli.
una buonanotte,
alla prossima
Riguardo l’operato del ministro Brunetta, direi che finalmente c’è chi vuol fare un pò d’ordine e chi, come al solito, deve essere contrario a qualsiasi intervento perchè dell’altro schieramento politico. Una storia già vista troppe volte…