4 Responses

  1. epifasi
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    ciao cara, come stai?
    è davvero un bel post!
    se ti interessa nadia ha fatto un post dove parlava della medesima situazione.

  2. giulia
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    sì, ieri era la festa dei lavoratori, ma io sono contraria al lavoro, e quindi…
    vado a vedere Nadia. Ho letto sul tuo blog che nn commenti più: troppo lavoro?
    In effetti, mi sembravi troppo pieno per essere vuoto 🙂
    Ah, ti volevo dire che la tua poesia assomiglia a quella di Boris Vian…ma nn montarti la testa…
    un bacione

  3. thewasteland
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    … Diciamo che l’Iran non ha rispetto per la donna… e non gli è sembrato neanche vero che lei si fosse accusata al posto del ragazzo, per discolparlo e perchè era stata convinta, essendo minorenne, di non essere punibile (fonte Amnesty int.)… Ma fosse anche stata lei, si tratta comunque di una barbarie…
    Inoltre, seguendo il tuo filo, direi che chi compie certe atrocità è già morto e “vivere” ancora è una pena assai più dolorosa per chi dovrà sopportare il disprezzo universale…
    Riguardo alla tua terza ipotesi, direi che è pericolosa, perchè c’è una marea di gente che si crede dio, uno è anche presidente del consiglio… che pare voglia querelare la moglie… dalla quale esige scuse per aver ascoltato i consigli dei comunisti… quelli che notoriamente mangiano i bambini…
    *M.

  4. giulia
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    sulla pena di morte si può discutere e discutere. Il tanto declamato buonista Mussolini taaaanto buooono ha reintrodotto nel 1926 la pena di morte e dentro il carcere avvenivano le fucilazioni.
    La rieducazione adesso viene vista come pena e non esiste la pena. Insomma, la privazione della libertà è una buona pena, ma se uno sta agli arresti domiciliari e si sconta la pena a casa…
    La condanna e la pena deve essere percepita da chi commette un reato, altrimenti speriamo nella giustizia dell’aldilà. Ma noi viviamo aldiqua e sinceramente nn mi interessa che il colpevole si sconti la pena anche nel più infuocato inferno. Sul fatto che uno creda di essere Dio, il pericolo è che non si possa ammettere lo sbaglio…

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