SABATO 17 – ore 14,30
Appuntamento in piazza Navona ROMA
Sabato 10 aprile militari afgani e della coalizione internazionale hanno attaccato il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e portato via membri dello staff nazionale e internazionale. Tra questi ci sono tre cittadini italiani: Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani.
Emergency è indipendente e neutrale. Dal 1999 a oggi EMERGENCY ha curato gratuitamente oltre 2.500.000 cittadini afgani e costruito tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso.
Di notte mi sveglia
un tormento.
Raccolgo
d’illusioni carezze inutili
le tue, da caderci dentro.
Godo percorrerle
e mento,
ah, se mento!
Di giorno mi stringo
veloci parole
che non tagliano
nemmeno l’aria
di questo succo di vita.
E’ una notte agitata la mia,
mi distoglie dallo sguardo
dritto l’orizzonte.
Venisse la notte
anche di giorno,
saprei di che vivere!
Una ragazza apparentemente fragile, un uomo apparentemente forte.
Tutto potrebbe comunque rovesciarsi. Continua così il mio UN VIAGGIO IN INGHILTERRA.
Qui il racconto intero fino a questo post…, se avete voglia di leggerlo…
Continua dal post precedente
Guardò l’orologio. Erano le cinque del pomeriggio. Faceva in tempo ad andare a casa a lavarsi e a sistemarsi un po’ per il lavoro in bar. Cominciava a pesarle quel lavoro degradante che le toglieva ogni dignità ma che garantiva la possibilità di mantenersi negli studi senza pesare sul bilancio famigliare.
Certo, sua madre sarebbe stata felice di contribuire, ma voleva essere indipendente, non sottostare a nessuno, era riuscita a resistere durante gli anni del liceo e quello le era bastato.
Brava ragazza, brava ragazza: per i suoi genitori era importante che fosse una brava ragazza. I sentimenti potevano essere calpestati, doveva essere una brava ragazza comunque, a qualsiasi prezzo, anche quello del silenzio, come era accaduto con Roberto. Si era confidata con sua madre, pensando di trovare conforto, ed invece credevano a lui: Roberto era un bravo ragazzo che non avrebbe mai approfittato di lei se glielo avesse fatto capire diversamente.
Roberto era entrato a casa sua con la faccia di un borghese pieno di soldi e i suoi lo avevano accolto quasi come un figlio. Sentiva che era sbagliato tutto questo, ma non sapeva come uscirne.
Era stato come entrare in una spirale in cui non riusciva a trovare l’uscita.
Allontanò il pensiero di Roberto, non voleva ricordarlo ancora, lo stomaco le faceva troppo male, era un’ossessione continua che non le dava pace. E il cuore. Spaccato, trasformato in un vaso di terracotta.
Entrò a casa, finalmente.
Era un piccolo appartamento con due camere da letto, un soggiorno, una cucina e un grande bagno, per fortuna. Lo condividiva con altre tre ragazze, tutte studentesse all’università e nella stessa facoltà.
“Dove sei stata? Non ti abbiamo più visto a lezione, abbiamo pensato che ti fossi fermata con quel tipo…”, le chiese Francesca con apprensione.
“Era un vecchio amico, ha insistito e siamo andati in giro per Padova; ci siamo fermati a mangiare qualcosa insieme”, entrò in camera e prese l’accappatoio per farsi la doccia.
“Sono stanchissima, faccio una doccia e dormo un’oretta prima di andare al bar”, Alessia cercò di chiudere il discorso.
“Sì, ti conviene, altrimenti sembrerai una morta che balla…”, le sorrise Francesca, “Ti ricordo che il professore oggi ha preparato una lista. Bisogna firmare la presenza e chi frequenta farà l’esame a parte in maniera agevolata, quindi ti conviene non mancare alla lezione di domani”
“Accidenti! La mia solita fortuna…”
Fece una veloce doccia e poi, anziché dormire, decise di ricopiare gli appunti del corso di Psichiatria, non voleva rischiare di perdere il suo ultimo esame.
Gli appunti parlavano di coscienza come consapevolezza attuale che abbiamo del mondo esterno e di noi stessi: in quale stadio si trovava? In uno stato di torpore o sdoppiamento della personalità? Aveva le funzioni psichiche rallentate. E tra poco avrebbe avvertito allucinazioni o illusioni? Avrebbe desiderato che il professore le sperimentasse quella sera con lei per avere un chiarimento, per capire…
Alle dieci entrò in bar. Lo chiamava bar, ma era piuttosto un night club.
Si vestì in camerino. Si truccò insieme alle altre ragazze. La matita nera negli occhi, si riduceva ogni sera ad una maschera. Con quegli abiti anche un attacapanni sarebbe diventato sexy. E poi uscì sulla piccola pedana. I pali della lap dance erano solo un appiglio, e tutto il resto lo faceva lei, muovendosi al ritmo della musica. Gli sguardi degli uomini le erano indifferenti come le mani che cercavano di toccare il suo corpo, trattenute dai buttafuori presenti in sala per calmare i bollenti spiriti di alcuni clienti che credevano di andare a puttane.
Tirò avanti a ballare fino alle quattro della notte, fermandosi qualche minuto a bere al tavolo con qualche amico o qualche cliente desideroso di conoscerla. Non rifiutava, non si rendeva conto del pericolo, era dentro un’allucinazione in cui la protagonista era un’altra… o dentro l’illusione di essere un’altra.
Alle cinque del mattino era a casa, accompagnata da qualcuna delle sue compagne; le giornate erano dure quando la lezione si svolgeva alle nove del mattino così dormiva solo due ore e arrivava mezza assonnata, oppure nei giorni del tirocinio in cui doveva lavorare anche il pomeriggio presso l’asilo nido. I bambini erano dolcissimi, ma arrivava a sera che voleva dormire per riposare un po’ ed invece doveva ritornare al locale. Ma le giornate erano ancora più dure quando la sera doveva affrontare Roberto, che l’aspettava e voleva riaccompagnarla a casa.
(CONTINUA)
Solidarietà per emergency, innanzitutto.
Per il resto, penso che tu abbia ragione, certi fili non vanno svolti fino in fondo. E quel che faccio spesso anche nei racconti brevi.La tua poesia non ha un titolo? Quanto al racconto penso che lo stamperò e lo leggerò con calma tutto intero. ciao
“Venisse la notte anche di giorno saprei che vivere”
Non avessi bisogno di dormire saprei di cosa vivere…
Giulia di poesia si muore attenzione: più ci si addentra, più si sanno comporre con vere proprie emozioni più si dà qualcosa di sé che non tornerà più della stessa sostanza…
Seguo il tuo racconto con apprensione, già mi si son delineati sei sette finali, è una storia che prende…
cilm? nm,b…
io non sono nessuno per dare un giudizio ma se proprio desideri la mia modesta opinione ti dirò sinceramente che a me piace, sia la trama che come l’hai scritto.
ora scappo di nuovo ma come vedo almeno un passaggio al volo l’ho fatto
torno prestissimo
:-)))
Ho smesso, per ora, di postare poesie, qualcuna c’è anche nel mio blog; ne sperimentavo di brutto e di diversi tipi nel mio primo forum. Di alcune ne resto innamorato, la sento anche di notte, la rammento, come mi capita di sognarmi i personaggi da me creati. A te?
Per quanto riguarda i finali non prendermi in giro, la tua bravura non la raggiungerò mai…
Grazie Giulia, ciao.
Grazie di essere passata e delle tue parole.
Concordo ovviamente su Emergency, ne sono un sostenitore, anche se oggi sono fuori Roma e non potrò andare alla manifestazione.
Cerchi anche tu nelle tue storie la verità delle persone. Non è così facile, per quanto ne siamo circondati anche nella vita reale. Ma in una storia raccontata bisogna che scenda giù il velo dell’apparire, anche sincero – voler apparire meglio di come siamo, o voler apparire come semplicemente vorremmo essere, senza difetti e senza paure. Credo che quando una storia raccontata sa far cadere questo velo che la realtà degli incontri ci propone, è una storia che arriva. E’ questo il mio obiettivo, credo sia anche il tuo.
Buon sabato ancora in buona parte da spendere
M.
venisse la notte anche di giorno…
hai ragione…
cmq sia finalmente mi sono rimessa in pari col racconto e devo dire che non vedo l’ora che arrivi la prossima puntata e già penso che mi spiacerà quando sarà finito 🙁
ma non pensiamo a queso adesso
Buongiorno e buon inizio settimana
:-)mandi
mi sa che prima o poi ci devo andare anch’io
🙁
buon martedì EmmaGiulia
:-)mandi
Gli uomini, dopo un po’ diventano sempre più peso e sempre meno sollievo. Perchè?
Godo percorrerle
e mento,
ah, se mento!
Di giorno mi stringo
veloci parole…
… Cipriani fa sghei, mi no ghe n’ho
per aggiungere tessere serve…
rewind:
wonderful verses… and this is wonderful… but…
why the poem needs the tragic?
who is so tragic?
caresses are tender, useful and true…
but passion requires the tragic…
So who is the tragic?
Sweetness…