Così oggi mi sono sentita perfettamente felice. Questione di maturità, immagino, ma non solo. La consapevolezza di aver dato vita a qualcosa di grande.
Direi che è stato un BIG BANG! Oggi il rumore del big bang l’ho sentito pure io…
Continua il mio racconto “La viaggiatrice virtuale”. La vita di Linda non è proprio così monotona come sembra…
LA VIAGGIATRICE VIRTUALE
La notte la sorprese addormentata sul divano. Aveva puntato la sveglia per le cinque e si alzò ancora vestita dal giorno precedente. Prese le valigie e le portò nell’androne del palazzo. Il tassista era già lì ad aspettarla e così gliele consegnò direttamente, insieme a una lauta mancia. Il tassista era troppo assonnato per chiederle qualcosa, quindi partì subito come concordato e lei se ne ritornò nell’appartamento, silenziosamente come l’aveva lasciato. La mattina si svegliò alle undici e si mise a sorridere felice. In ufficio bisognava arrivare alle otto e a quell’ora si faceva la pausa caffé e immaginò le facce stanche dei colleghi. Si preparò una sontuosa colazione a base di riso soffiato, latte, yogurt e biscotti per onorare l’inizio della prima giornata completamente libera. L’unica nota stonata erano le tapparelle chiuse e avrebbe dato volentieri una sbirciatina al cielo per immaginare il tempo. Aprì comunque le finestre per lasciare agli spiragli di aria la possibilità di entrare attraverso le poche fessure che attraversavano le saracinesce.
Approfittò del tempo libero per sistemare la libreria. Associava ogni libro ad un momento particolare. Ora sfogliava Silone e ripensava a Mario. A diciannove anni certo non hai bisogno di leggere ma hai voglia di sperimentare e ti butti seguendo il tuo ideale. Che poi l’ideale di Linda era un uomo di trent’anni alto e biondo, con una moto da sballo e una passione per i Led Zeppelin. Nel suo zainetto trovavi un libro di Silone, una foto da bambino insieme ai compagni della classe al tempo della scuola elementare, un pezzo di zappa, simbolo del lavoro che non avrebbe mai fatto, e una borraccetta d’alluminio che qualche volta aveva provato ad aprire, ma senza fortuna, perché il tappo era stato sigillato. Lo aveva profondamente amato finché non aveva capito che sotto quei bellissimi capelli biondi non c’era null’altro che una zucca vuota che bighellonava con la moto in giro per il paese per sentirsi anticonformista. Gli altri giorni si accontentava di vendere capi d’abbigliamento a poco prezzo ai mercati dei paesi limitrofi. Un giorno le arrivò la sua proposta di matrimonio, dopo tre mesi di sesso sfrenato. Ed in questo era stato un gran maestro.
– Ho solo diciannove anni!, gli rispose, come se la sua età fosse una giusta scusante. Alla stessa maniera rispose anche a Marco, qualche anno più tardi durante gli studi universitari. Non capiva il motivo per cui riusciva a attrarre così tanto gli uomini, si sentiva insignificante e non si accorgeva dei lunghi sguardi erotici cui sottoponeva le sue vittime. Rimise Silone al suo posto e sfilò Profumo di Capuana. Che libro misterioso! Ne sentiva ancora il reale sapore intrigante e quel personaggio femminile così fragile e forte allo stesso tempo, capace di emanare profumo di zagara in situazioni di disagio. Si annusò i polsi. A lei sapevano di zolfo. Iniziò a rileggere alcuni passi del libro ma cominciava a farsi tardi e piano si addormentò sul divano. Un rumore insolito la svegliò; qualcuno stava incautamente tentando di forzare la porta del suo appartamento. Sbirciò l’orologio, erano le tre del mattino e un brivido le corse lungo la schiena. Cercò di ragionare per quanto possibile a mente fredda, prese la prima cosa che le capitò tra le mani…
(CONTINUA)
P.S. Le foto sono tratte dal web e non hanno alcuna attinenza con il racconto, frutto di pura fantasia.
… per iniziare complimenti vivissimi!!!
Se non è un ladro, con i precedenti descritti dello sguardo erotico e del sesso sfrenato con il giovane in moto dalla zucca vuota, prevedo una “vacanza particolare”.
Complimenti a te Giulia, attendo il prossimo capitolo e ti auguro un buon fine settimana.
haffner
devo essermi persa qualche pezzo 🙁 cosa si festeggia?
intanto buon fine settimana e mi associo ai complimenti, non importa per cosa, poi ripasso e li rifaccio con cognizione di causa ahahahah
Ciao Emma Giulia carissima
:-)mandi
Vedere l’universo che scaturirà dal tuo Big Bang sarà meraviglioso 🙂
e comuque WOW per l’emozione che procura il tuo pezzo, chissà se si ingiallisc…
Una volta i 19 anni forse non erano un motivo molto valido per rifiutare o rinviare il matrimonio, e conosco donne che si sono sposate prima di questa età. Ma i tempi sono cambiati. Adesso, però, mi interessa sapere chi sta cercando di entrare nell’appartmento della protagonista, cioè di Linda (se non ho capito male).
E tu sei molto brava a sollecitare la curiosità e l’attesa del lettore.
Grazie del link che mi hai mandato, non lo conscevo e ho trovato notizie e pensieri estremamente interessanti.
Buona domenica, penso fuori all’aperto e non chiusa in casa con le persiane chiuse come Linda
E’ bello leggere di qualcuno che si sia sentito perfettamente felice. Il seguito del racconto tornerò a leggere quanto prima. Ciao!
Non è colpa mia se Velia fa come i pentiti, i collaboratori di giustizia, tira fuori i fatti a mano a mano, ad orologeria… 😉
30 anni fa avevo sette anni 🙂
Ehilà!
Ma il martedì sei sempre diggei? :-))
Non sarebbe male fare un salto a Legnago, dovrebbe essere una bella giornata quella del 6 agosto. Chissà, se non sono stritolato da qualche evento di lavoro, potrei non scartare l’idea.
L’idea che “oggi ti senti felice” dà un senso alla vita, non solo tua, ma anche quella degli altri, di chi pensa che la felicità sia solo un sogno irraggiungibile.
com’è, sentirsi perfettamente felici?
E’ un attimo, o dura nel tempo?
Torno a rileggerti, ho voglia di tuffarmi nelle tue parole.
Per ora, ti lascio un affettuoso saluto. A presto
Ciao Giulia, leggo con molto entusiasmo questo tuo racconto,
che coinvolge anche il lettore all’istante.
Venerdì parto per la Sicilia per passare qualche giorno di relax
e staccare la spina dalla solita vita.
Ti faccio anche sapere che il 6 agosto non posso essere a Legnago
perchè anche se è sabato pomeriggio devo essere in azienda,
il mio lavoro è nel settore alimentare e purttroppo devo sostituire
il mio collega che è in ferie.
Sono molto dispiaciuto perchè ci tenevo molto conoscere una brava autrice come te, io che sono un dilettante.
Ci terrei tanto se quando sarà possibile faresti un salto a Verona anche con la
famiglia e potervi invitare un giorno a passarlo con me.
Un caro saluto e ancora tanti complimenti per quello che scrivi.
Ciao da Giuseppe.
…crepi il lupo! (per quel che rimane… di pericolo)
L’espressione apotropaica vale sia per l’uomo che per il lupo (in pericolo d’estinzione)… Il riferimento scaramantico è rivolto a un pericolo generico (realmente in bocca al lupo non sarebbe bello)…
L’umo invece non è un pericolo generico per il lupo, ma concreto…
In quest’impeto animalistico, la scaramanzia tradizionale non fa del male e al di fuori di questa W IL LUPO… purchè stia alla larga… 🙂
… tutto sommato il primo giorno di viaggio le è volato…
In realtà il tempo così gestito può volare o non volare, la giornata può durare un’eternità o andarsene via velocemente… più difficile è analizzare le cause di una cosa o dell’altra: questo è un gran problema, attendo soluzioni 🙂
… no, no, si può dire con consapevolezza 🙂
… molto discreti i tuoi metodi empirici sulla misurazione del tempo 🙂
Ciao Giulia, domani parto per un nuovo appuntamento con la montagna.
Forse mi serviranno quattro o cinque giorni per giungere in vetta (dipande anche dalle condizioni climatiche), ma prometto che ritornerò tutto intero.
Un caro saluto e a presto rileggerci.
haffner
Vado a conoscere tante cose nuove,
sentire nuovi profumi,
vivere nuove emozioni… ma
soprattutto vado a riposarmi nella
mia terra di Sicilia.
A presto. Giuseppe.
A parte lo spirito sardonico che si ricerca sempre per un sorriso “chi fait profetu”, questo brano è tanto conciso quanto straordinariamente intenso; c’è tutta la tua capacità narrativa in esso, un condensato di interessanti elementi e spunti, che ti lasciano solo l’imbarazzo della scelta sui successivi approfondimenti
Il tuo narrare spinge il lettore a proiettarsi avanti nella storia: è questo lo stimolo che lo pervade di solito al culmine del libro, che allora viene “divorato” e qui non siamo che all’inizio…siamo al “dove andremo noi…?”
Questa scelta è tanto più eccentrica, quanto manifesta la positività del personaggio, sapientemente guidato, che sdogana autori che ancora attendono giustizia dalla letteratura, come Silone o l’autore di “Giacinta” e in saccoccia conserva feticci di classe, movimentisti, e ci riconosciamo (plurale maiestatis) e ci teniamo a farci riconoscere…
in fase di gestione del tempo, mi piace segnalare il film paradossalmente drammatico “Home” di Ursula Meier con Isabelle Huppert… un altro modo (meno volontario) di tapparsi in casa…