governo: quali obiettivi?

 Cominciano pian piano a definirsi gli obiettivi di questo governo: attacco alla salute, al lavoro e alla pubblica istruzione  , i tre pilastri del welfare state! 

Il decreto legge del governo ha abrogato la procedura telematica per le dimissioni volontarie, introdotto a tutela delle donne e della maternità. E ha limitato l’accesso al part-time nel pubblico impiego. Due misure non neutre, che penalizzano le donne.

Uno scarno comunicato del Ministero del Lavoro informa che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008, approvato dal Consiglio dei Ministri il 18 giugno, dopo un dibattito durato pochi minuti, su proposta dei Ministri dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, della Pubblica amministrazione e innovazione, Renato Brunetta, e del Lavoro, salute e politiche sociali, Maurizio Sacconi.

Il comunicato evidenzia che il decreto abolisce con effetto immediato, quindi a partire dallo stesso 25 giugno, l’obbligo per i lavoratori di utilizzare la nuova procedura telematica per le dimissioni volontarie, pena la nullità delle dimissioni stesse, stabilito dalla legge 188 del 17 ottobre 2007.
La procedura, in vigore dal 5 marzo 2008, per tutto il lavoro dipendente, atipico e occasionale, era finalizzata a contrastare il fenomeno delle cosiddette “lettere di dimissione in bianco” che hanno da sempre colpito soprattutto le donne in particolare durante il periodo di gravidanza e allevamento dei figli. Una piaga che nel solo 2006, secondo valutazioni dei sindacati, aveva colpito 40mila persone, quasi tutte donne.

Fortemente voluta dai sindacati e dei movimenti femminili, la legge 188/2007 era frutto di proposte di deputate di diversi schieramenti, ed era stata approvata dalla Camera dei Deputati quasi all’unanimità -con solo 3 voti contrari- e dal Senato con i voti a favore del centro-sinistra e di Alleanza Nazionale.

L’intenzione di abrogare una legge appena entrata in vigore era stata preannunciata dal ministro Sacconi alcuni giorni fa, nel quadro di una drastica semplificazione delle procedure burocratiche in tutti i campi, ed aveva suscitato reazioni allarmate, tra cui un appello di sindacaliste e imprenditrici, cui il ministro aveva risposto con un vago impegno a mantenere le finalità della legge. Con quali strumenti, non è dato sapere: da oggi si torna semplicemente allo statu quo precedente, ovvero alle dimissioni senza data certa.
Il Decreto Legge di cui si parla, il n. 112 del 25 giugno 2008 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria
” introduce modifiche rilevanti in campo economico, sociale e giuridico, che saranno oggetto di analisi e di dibattito nel corso dei sessanta giorni entro i quali il decreto dovrà essere convertito in legge, pena la decadenza.
Una norma tra le tante, che balza subito agli occhi, è quella che modifica la disciplina del lavoro a tempo parziale nel pubblico impiego: in pratica, il passaggio al part-time, fino a oggi automatico su richiesta dei lavoratori salvo gravi motivi di incompatibilità
, diviene una concessione discrezionale delle Amministrazioni, come accade nel privato. Inutile dire quale dei due generi, e per quali motivi, utilizza la grande maggioranza dei part-time. Inutile anche dire che la sacrosanta equiparazione delle diverse categorie di lavoro dovrebbe portare a una maggiore fruibilità dei diritti che hanno a che fare con maternità e lavoro di cura, invece sembra che il livellamento avverrà alle condizioni peggiori. Per tutti, e soprattutto per le donne.

Il decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008

La legge anti-dimissioni in bianco, abrogata dal decreto (PDF, 9 KB)

Un appello di donne contro l’abolizione della norma

 

30 giugno 2008 http://www.kila.it/index.php?option=com_content&task=view&id=478&Itemid=2

governo: quali obiettivi?ultima modifica: 2008-07-06T20:44:32+02:00da emmagiulia
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