Chi era Anna: il perché della lettera
(vd. post precedente se curiosa/o…)
I RICORDI DI ANNA
Anna provò ad alzarsi ma la stanchezza l’invadeva tutta e così si lasciò addormentare e rimase in quello stato di torpore tutto il giorno e quello seguente.
Quando si svegliò, si accorse di avere in mano quell’unico orecchino che le era rimasto dopo che, sbadatamente, per una carezza sbagliata, Alberto lo aveva fatto cadere nelle acque del Tevere mentre, felici come poche volte lo erano stati, guardavano il fiume perdersi nelle vene della città.
Allora ella lo aveva deriso, definendolo maldestro e lui, tutto serio, aveva giurato che per lei si sarebbe gettato nel fiume per riprenderlo. Anzi, si era tolto la maglietta e le scarpe e stava veramente buttandosi se lei non lo avesse rassicurato, falsamente, che quell’orecchino era bello così e che sarebbe stato più adatto a diventare un anello. Lo aveva così riposto nella scatola e lì vi era rimasto per molto tempo, ed ora lo rigirava tra le dita, piccola perla lucente, mentre si chiedeva quali altri ricordi le rimaneva di quell’uomo, di cui percepiva ancora l’odore tra le lenzuola.
Il suo odore…
Era appena arrivata a Roma e lo aveva incontrato casualmente al Giornale; il direttore l’aveva contattata per la conduzione di una rubrica di moda dopo che i suoi quadri avevano fatto il giro del mondo incontrando il favore dei maggiori critici d’arte. Quando entrò nella redazione, Alberto era impegnato a parlare animatamente con un giornalista occhialuto che s’agitava per impedirgli di alzare la voce. La sua presenza riempiva la stanza, ma non riuscì a sentire nient’altro che l’odore invadente che egli emanava, un odore di erba appena tagliata, che lui, ironicamente, quando glielo fece notare, addebitava alle proprie origini contadine.
Vagando tra questi ricordi, Anna faceva scivolare le mani, accarezzandosi dolcemente, lungo i profili del corpo sino al segno profondo della cicatrice appena sopra l’inguine. Chiuse gli occhi e provò a sottolinearlo con le dita, come talvolta lui amava fare, ma un crampo improvviso la costrinse a fermarsi e, per un attimo, pensò che avrebbe partorito una seconda volta.
(2-continua)
P.S. la foto è stata tratta da internet e non ha alcuna attinenza con il racconto.
Commento pertinente: i ricordi in genere fanno brutti scherzi, poi paralizzano la volontà…astenersene, si prescrive esercizio giornaliero vita natural durante prima e dopo i pasti.
Commento im-pertinente: oddio ma quei due io li conosco (i gabbiani) so’ Romolo e Remo…in, l’evoluzione d’una specie.
P.S. Da sempre Roma è una città modernamente liquida.
La foto dei ponti deve essere recente si notano a sinistra sul bastione i detriti di una piena, quello in primo piano dovrebbe essere Ponte Vittorio Emanuele II l’altro Ponte S. Angelo, sono molto vicini, poi il Tevere lì fa una curva.
P.S. L’hai scattata tu?
Sono senza parole, me le toglie Roma e il tuo dire…bene, bene, ciao.
Grazie Limi,
ho aggiunto il P.S. riguardo la foto.
Ehm.., sì, Roma è la città perfetta.
perdersi nelle vene della città : non c’è di meglio. credo.
La prossima foto su Roma per un post te la presto io!
P.S. So’ gajardo???
Ok ma dammi tempo, c’ho un archivio infinito.
Ciao sono don luciano.
Scusa il ritardo e grazie del tuo passaggio e di essere venuta a trovarmi. Carino il tuo blog: ci ritorno.
Fatti sentire
P.s. Sono proprio un prete
un grosso ciao
don luciano
Se mi interessa??? Non è che tu in un impeto incontrollato di generosità mi daresti il numero di cellulare della tua amica ferrarese???
P.S. Sono automunito, bellissima presenza, coltissimo, sensibile, passionale, molto sexy, molto dotato in generale e disponibile anche ad un trasferimento.