CHI DICE DONNA

IMPROVVISAMENTE, UN’ALTRA DIMENSIONE

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Foto tratta da Wikipedia

 

 

 

 

 

 

 

 

IMPROVVISAMENTE, UN’ALTRA DIMENSIONE

 

Pronto? Parlo con Giorgio?”, lo interrogò, dall’altra parte della linea telefonica, una voce squillante femminile.

Giorgio esitò: “Sì, sono io”

Ciao, mi presento, già ci conosciamo e abbiamo parlato nel blog tante volte, sono VOGLIADISOLE…” e lasciò la frase a metà.

Ciaoooo…, allora hai ricevuto la mia mail?”

Sì, ce l’ho proprio qui davanti agli occhi…”

Allora, vengo a trovarti? A proposito, come ti chiami, non potrò mica continuare a chiamarti VOGLIADISOLE anche per telefono”

Certo, mi chiamo Marina…ti piace come nome? Me l’hanno dato perché sono nata in spiaggia, a Sottomarina, una spiaggia a pochi chilometri da Padova. Insomma, i miei non hanno avuto molta fantasia…”, e si mise a sorridere.

Bello come nome! E pensa a me, anche nel nickname utilizzo il mio nome di battesimo…, ho problemi di identità già di mio e se utilizzo altri nomi mi faccio un bel casino…”

Marina dall’altra parte si mise a sghignazzare con aria sorniona, seducente…

Allora ci vediamo oggi pomeriggio?”, riprese seria.

Certo, sono qui alla stazione Termini e sto aspettando l’Eurostar che mi porterà fino a Padova. A minuti dovrebbe essere qui, e per le 17.00 dovrei essere lì alla stazione di Padova; …tu riesci a venire?”

Sì, ti vengo a prendere in stazione; ho la macchina. Abito proprio vicino alla Basilica del Santo, in centro, così poi ti porto a fare un giro per Padova”

Grazie, sei gentilissima”

Figurati, ho voglia di conoscerti, non ci vedo nulla di male in un incontro tra amici. Sai, a certe cose non ci pensi, ma ogni tanto bisognerebbe farle per capire chi e com’è la persona che ti scrive, che commenta i tuoi post, con cui trascorri buona parte della tua vita.”

Già, …comunque non preoccuparti, devo prendere il treno per Milano alle 22.00; voglio essere a Milano questa notte. Milano sarà la mia ultima tappa.”

Ho capito…, vuoi andare da Giovanna?”

Sì…” , rispose titubante. Non voleva che tutti gli altri blogger ne venissero a conoscenza prima di Giovanna. “Sai, le ho scritto una mail, come a te, solo che non l’ha ancora letta…oppure non ne vuole sapere”

Non so, quando sarai qui ne parleremo” rispose Marina, affrettando la chiusura della comunicazione “tra un po’ saremo uno difronte all’altro…, ne avremo di cose da dirci…”

Ok, allora a tra poco…e grazie, ti stai dimostrando quella che sei anche nel blog; non ti immaginavo diversa”

Quando ci vedremo, lo sapremo…ciao, ciao…” e chiuse velocemente la telefonata.

Lesse sul display luminoso della stazione l’arrivo dell’eurostar 9474 delle 12.50. Sarebbe arrivato a Padova alle 16.49.

Tutto si svolgeva rapidamente, nemmeno il tempo di un pensiero, e si ritrovò seduto sul proprio posto vicino al finestrino, lui amava vedere dalla finestra scorrere le immagini veloci del paesaggio, come in un film. Si appisolò. Nel dormiveglia immaginava il seno di una donna, immenso, grande accogliente. Quando si riprese dal torpore, una donna lo fissava, seduta dalla parte opposta alla sua. Forse mi sono eccitato e ho detto qualche parola di troppo…, pensò, la donna infatti gli sorrise.

La donna, sulla trentina, era insignificante nell’aspetto, capelli biondastri le incorniciavano il viso, segnato da una cicatrice infossata sul naso, nella parte centrale tra gli occhi.

Sta bene?” la donna si rivolgeva proprio a lui. La cicatrice ballava come una danzatrice del ventre. Chissà perché riusciva a notare solo quel particolare.

Sì…sono solo stanco” rispose Giorgio malvolentieri, “è stata una giornataccia”

Sta rientrando dal lavoro?” insisteva la donna, desiderosa di parlare. Non aveva con sé nessun libro, nessun giornale…

Perché la gente non si fa i cazzi propri, pensò Giorgio. Ma Giorgio pensava che era come avrebbe detto J.P. Sartre, l’essere-nel-mondo o, come direbbe Martin Buber, è relazione, non è se non è mutua appartenenza.

Lui voleva appartenere a qualcuno. Ma quella donna lo irritava. Chissà come sarebbe stato essere il suo uomo, il suo compagno. Finse di riaddormentarsi.

A Bologna gli arrivò un sms di Marina: A che punto sei?

A Bologna, …come ti riconoscerò?, lui gli rispose con un altro sms.

Sarò una donna bionda con una maglietta bianca e pantaloni bianchi…, a dopo, gli scrisse Marina.

Chissà quante donne vestite di bianco avrebbe incontrato alla stazione, ma chissà perché aveva come il presentimento che l’avrebbe riconosciuta.

Arrivò alla stazione davvero stanco.

Scese nel sottopassaggio e riemerse. La visione della donna che gli si parò davanti, con la mano alzata, era completamente diversa da quello che si era immaginato e pensò che fare una piccola deviazione per conoscere Vogliadisole ne era valsa davvero la pena.

Sei Marina?” gli andò incontro sorridente, “…piacere, Giorgio” e stese la mano per stringere la mano della donna che gli era apparsa davanti.

Marina non era una donna. Era una donna con un seno. Non un seno normale, ma una di quelle donne il cui seno sovrasta la figura, sul quale, parlando, inevitabilmente, l’occhio maschile e femminile, indistintamente cade indiscreto.

Anche a Giorgio successe la stessa cosa. Il seno di quella donna lo faceva già impazzire, e il torpore provato prima si riaccese, con la voglia di sprofondare in quella morbidezza.

Allora, come stai? Trascorso bene il viaggio?” gli fece lei, guardandolo negli occhi e qualcosa gli fece capire che avrebbe trascorso il pomeriggio in un’altra… DIMENSIONE.

 

(CONTINUA)

 

 

IMPROVVISAMENTE, UN’ALTRA DIMENSIONEultima modifica: 2009-09-12T10:55:00+02:00da
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