CHI DICE DONNA

UN VIAGGIO IN INGHILTERRA: belle ragazze…

Potrei scrivere nulla: potrei scrivere della storia di Alessia, una ragazzina come tante, che si aggirano su questa terra, tutte uguali dinnanzi ai sentimenti, alcune private dei loro diritti, altre inconsapevoli, altre ancora massacrate. Vi ricordate la battuta di Berlusconi sulle ragazze albanesi? Incontrando il premier albanese Berisha, il presidente Berlusconi ha chiesto un maggior controllo sugli scafisti. Poi, credendo di essere anche simpatico, ha chiarito nello specifico cosa chiedeva: “Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze”.

Per fortuna non sono mancate le risposte anche da parte di chi ha sofferto e di chi conosce la storia di tante ragazze albanesi; leggete la bella lettera di Elvira Dones, scrittrice e giornalista albanese.

Succede poi che i tentativi di reprimere l’informazione non si fermano mai: 60 audaci corsari si battono anche per questo, sono 60 blogger che ci hanno messo la faccia (e i piedi) contro il decreto Romani, in discussione in Parlamento, leggete qua:

http://www.enzodifrennablog.it/dblog/articolo.asp?articolo=678 : troverete anche il video della protesta.

E così tutto rientra in un processo globale quando mi ritrovo anche a difendere Google: la rete difende Google “A rischio la libertà di espressione”

http://www.repubblica.it/tecnologia/2010/02/25/news/google_difesa_in_rete-2425538/

 

Senza l’informazione la stupidità umana non emerge, nell’informazione la stupidità umana emerge:

a noi scegliere…

 

Costituzione italiana

 

Art. 21. – Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

 

Ora, dopo questa parentesi, posso continuare a scrivere di Alessia. Sinceramente non so cosa sia successo quella sera…, forse lei ce lo racconterà o forse no: al momento seguiamola nel suo viaggio…

 

 

continua dal post precedente

“Non puoi stare tutto il giorno a casa, su, vieni in spiaggia con noi. Tra due giorni parti e abbiamo voglia di vederti. Non ti sei più fatta viva, per colpa di quel Roberto. Non ce l’hai manco presentato, chissà dove siete andati quella sera… Menomale che se n’è andato, quando lo rivedrai?”, sua amica Alice la chiamò al cellulare, curiosa di sentire l’amica.

“Non lo so, Ali… dopo il viaggio, credo…, guarda che non ho voglia, mi devo preparare per il viaggio, ho ancora la valigia da fare e devo uscire con mia mamma per comperare qualche altra cosa. Mi dispiace…”, cercò di tagliar corto Alessia.

“Non hai voglia di salutarci prima di partire? Non avrei mai pensato che una volta trovato un ragazzo ci lasciassi e ti dimenticassi così di noi… Ti abbiamo forse fatto qualcosa, che non ce ne siamo accorte? Eppure siamo sempre state amiche…”, le rispose delusa.

“Sì, Ali, non preoccuparti, è che veramente ho problemi qui a casa; mia mamma è così in tensione che sembra stia per partire per l’Alaska, ho voglia di stare tranquilla e poi mi sento al telefono con Roberto; ti prometto che quando torno dal viaggio vengo subito da voi e riprendiamo tutto come prima…”

“Vabbé, Ale, non è che mi nascondi qualcosa…, vero?”, le chiese così a bruciapelo, percependo una nota di freddezza.

“No, stupida, un bacio, dai magari riesco a passare da voi prima di partire…”, chiuse il discorso Alessia.

“Vieni, sìììì, un bacio, baci baci, ci mancheraiii!”, le gridò sull’orecchio, un po’ rasserenata; erano amiche fin dalle elementari e insieme frequentavano il liceo classico. Alessia era bravissima a scuola e Alice invece si arrabbattava tra i cinque e i sei in latino e greco, ma era un mostro in matematica e si scambiavano i compiti e gli aiuti in classe. E poi le risate insieme, una bionda e l’altra bruna, si divertivano a prendere in giro i ragazzetti coetanei e l’aiuto reciproco anche nella vita, nella condivisione dei pensieri, dell’amore e delle amicizie.

“Sì, anche voi mi mancherete…”, e Alessia chiuse il cellulare.

In quel momento le arrivò un sms di Roberto: sei la mia stella.

Una lacrima le scivolò sul viso e ne sentì il sapore salato sulle labbra.

 

***

 

 

Arrivò, nella luce soffusa di una falsa felicità il giorno della partenza. I genitori di Alessia erano contenti che partisse, la vedevano giù di morale a causa della storia con Roberto; volevano che lo dimenticasse. Lei se ne stava zitta e aspettava la telefonata di Roberto in camera sua. Da una settimana non usciva più con le amiche. Sua mamma aveva cercato di parlarle, ma era come parlare con un muro di ghiaccio e d’altra parte ricordava la sua adolescenza e i suoi primi amori: sarebbe sopravvissuta anche sua figlia e avrebbe superato questa fase, non c’era granché di preoccuparsi al momento e poi un viaggio sarebbe servito a qualcosa.

Quel giorno la corriera si fermò davanti al municipio del Comune: i ragazzi, una quarantina, partivano insieme a quattro professori. Passavano per Parigi e poi, a Le Havre, avrebbero preso la nave per la traversata della Manica. Lì, sul piazzale della corriera in partenza, salutò i genitori; Alessia sembrava più piccola di quel che era. Sua mamma notò il pallore e la scarsa allegria, a differenza degli altri ragazzi tutti vocianti e rumorosi e per un attimo pensò di riportarsela a casa, con un presentimento negativo. Alessia salutò tutti, sforzandosi di sorridere, poi si guardò in giro alla ricerca di qualche faccia amica e, vedendo che non conosceva nessuno, si fece coraggio e salì sulla corriera pronta a partire.

Si sedette nell’ultima fila, accanto al finestrino, in modo da poter guardare fuori il paesaggio e starsene tranquilla. Il cellulare l’aveva lasciato appositamente sullo zaino, ma lo sentì vibrare; non le andava di sentire nessuno in quel momento.

“Non rispondi?”, all’improvviso si era seduto accanto a lei in ragazzo alto, pieno di capelli ricci con una faccia così buffa che non riuscì a trattenere un sorriso.

“Finalmente! Ti faccio ridere?”, e lo disse con un accento strano, sicuramente non italiano. Com’era arrivato, così si alzò e se ne andò via.

Alessia pensò di averlo offeso con la sua risatina, ma dopo qualche minuto risentì la voce del ragazzo al microfono, vicino all’autista: “Mi chiamo Neal e sarò la vostra guida per tutto il viaggio, dovrete quindi sopportarmi cari ragazzi!… Fatemi largoooo”, e correndo, con la testa piena di ricci che ondulavano pazzamente, attraversò il piccolo corridoio tra i sedili della corriera e finì la sua corsa proprio sul sedile accanto ad Alessia…

(CONTINUA)

 

P.S. le foto non hanno alcuna attinenza con il racconto e sono liberamente tratte dal web

UN VIAGGIO IN INGHILTERRA: belle ragazze…ultima modifica: 2010-02-26T11:07:00+01:00da
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