CHI DICE DONNA

UN VIAGGIO IN INGHILTERRA: interpretazione autentica del post

8 MARZO 2010

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

 

INTERPRETAZIONE AUTENTICA DEL POST

 

 

La legge 400 dell’88 regola la decretazione d’urgenza. L’articolo 15, al comma 2, fa divieto di usare il decreto “in materia elettorale”



 

 

 

UN VIAGGIO IN INGHILTERRA

CONTINUA dal post precedente

Neal andò a sedersi proprio accanto ad Alessia, osservata con invidia dalle altre ragazze.

Alessia avrebbe ceduto ben volentieri il suo posto, perché si sentiva in imbarazzo.

“Lo sai che hai un bellissimo sorriso?”, le disse con fare sornione.

Alessia alzò le spalle e volse lo sguardo verso il finestrino, cercando di ignorarlo. Lui però insisteva: “Come ti chiami?”

“Alessia…”, e non lo guardò nemmeno in faccia.

“Ok, ok… non ti disturbo…”, la rassicurò, e rimase tuttavia seduto mentre lei ostinatamente guardava il paesaggio.

Arrivarono a Parigi di sera. Durante il viaggio Neal si assentò spesso per andare a parlare con gli altri ragazzi e fare amicizia. Lei si ostinava ad isolarsi. L’autobus si fermò proprio sotto la torre Eiffel: Alessia aveva la tentazione di fuggire per addentrarsi in quella città, che anche così, nelle poche immagini che riusciva a catturare, le sembrò solare e piena di creatività.

La mattina si fermarono a pranzare in una casa agricola, in uno dei tanti paesetti francesi e poi arrivarono a Le Havre per attraversare finalmente la Manica. Pioveva a dirotto e per arrivare alla nave dovevano percorrere un tratto a piedi. Alessia, noncurante, scese di corsa senza coprirsi, ma Neal la raggiunse e cercò di proteggerla dalla pioggia con una parte del suo key way; lei si fermò e gli lanciò uno sguardo irato, scostando il giubbotto con la mano e lo lasciò impalato sotto la pioggia, come se le avesse fatto una scortesia. Salì velocemente la scaletta della nave e corse in bagno. Voleva stare sola, che cosa voleva quello da lei?

Dopo un po’ decise di uscire, la nave cominciava a puzzare di vomito per via del mare in tempesta. Aveva bisogno di una boccata d’aria, il mare faceva ondeggiare la nave e, nonostante il divieto da parte degli accompagnatori, Alessia provò ad uscire. Si ritrovò così fuori, in balia delle onde altissime e del vento, cercò di aggrapparsi alla ringhiera ma non ci riusciva; pensò per un momento che il mare l’avrebbe portata via e nessuno si sarebbe accorto della sua scomparsa, stava per perdere l’equilibrio quando si sentì prendere da due braccia forti.

Alessia ebbe paura, si voltò per scoprire chi fosse e si trovò di fronte ancora lui, Neal.

Allora si indispettì e cercò di liberarsi.

“Cosa avevi intenzione di fare qui da sola?”, le chiese preoccupato.

“E tu, passi il tuo tempo a seguirmi? Non hai abbastanza da fare con tutto il resto del gruppo?”

“Starei tranquillo solo se tu ti comportassi normalmente…”

“Normalmente io? Ma guardati, sei tu che sei anormale! Lasciami, altrimenti mi metto a gridare…Hai capito che non voglio essere controllata, seguita o toccata da te, in nessun modo!”, Alessia si divincolò e rimettendosi in equilibrio si diresse verso la porta per rientrare nella nave.

Rientrò dentro che era tutta bagnata, e le compagne la guardavano, mentre alle sue spalle la seguiva il volto adirato di Neal. Cercò una sedia, ma non fece neanche in tempo a sedersi che Neal le si fece davanti e le fece cenno di seguirlo. Si misero in disparte, il ragazzo sembrava terreo dalla rabbia: “Vuoi rovinarci le vacanze? Non vedi come ti stai comportando? Forse non avevi voglia di partire con noi ma ora sei qua e ti devi divertire, anzi… devi lasciare che gli altri si divertano! Metti in pericolo la tua vita, fai la musona e adesso fingi di non esserci! Capisci quello che ti dico?” poi, vedendo che Alessia rimaneva inerte, sfiancato dall’incomprensione, se ne andò.

Alessia rimase sola, non riusciva a capire nulla, poi sentì una fitta al cuore che la riportò alla realtà.

Cercò di scuotersi e con lo sguardo trovò la compagnia delle ragazze che in gruppo parlavano tra di loro. Il cellulare vibrava, Roberto le mandava il solito sms giornaliero.

Doveva essere forte, lei non voleva mollare; doveva credere in se stessa. Ritornò nel gruppo dei compagni di viaggio, cercando di essere sorridente e allegra. Scesero dalla nave e salirono su un nuovo pullman che li portò a Londra. Lì ci sarebbero rimasti due giorni: Neal la conosceva bene, li portava nei posti della vera città, quella fatta dalle vie buie e strette, dei barboni, delle fish and chips nei cartocci unti. Le sfuggiva il Big Ben, per fermarsi a guardare il Tamigi, e a parlare con Neal che, fatta eccezione un lieve accento inglese, parlava benissimo in italiano e le raccontava la città.

“Come mai lo parli così bene?”, gli chiesero un giorno i ragazzi.

“Mi piace, amo l’Italia ed un giorno verrò lì a vivere”, rispondeva lui modestamente. E si dimenticava di rivelare a tutti che frequentava Oxford, che era il miglior studente di Oxford e che stava tornando nella sua Università per conseguire una laurea in paleografia con il massimo dei voti. In Italia era arrivato alla Normale di Pisa proprio per un lavoro di studio sul libro italiano del quattrocento e per queste sue ricerche aveva ottenuto un riconoscimento dal Presidente della Repubblica. Tutto questo si nascondeva nella spontaneità dei gesti, nell’allegria che sapeva infondere agli altri. Alessia si limitava ad osservarlo da lontano, come si fa con un piccolo insetto fastidioso. E anche lui la seguiva a distanza, gustandola nei pochi sorrisi regalati, cogliendola nei gesti di timidezza. Sentiva emergere un sentimento di protezione nei suoi confronti, e non sapeva capirne il motivo…

Quella ragazza lo incuriosiva ed era per lui la prima volta, perché fino a quel momento aveva vissuto la spensieratezza del sesso con le coetanee, ma niente di serio, la sua testa riusciva a viaggiare solo dinnanzi alla bellezza del canto dell’Orlando furioso, si perdeva nei racconti delle immagini del Dorè…

(CONTINUA)

 

UN VIAGGIO IN INGHILTERRA: interpretazione autentica del postultima modifica: 2010-03-08T01:18:00+01:00da
Reposta per primo quest’articolo