Ok, sono una maniaca dei segnali, non della segnaletica stradale, intendiamoci.
Vi ricordate quest’estate quando il Papa si ruppe il polso? Beh, io ci vidi subito un segnale: la Chiesa perdeva il Suo polso. Spero naturalmente che la mia interpretazione si riveli sbagliata…
Ora, al mio rientro da una mattinata infame, ricevo la segnalazione su una cantautrice, Antonella Bottazzi, la prima cantautrice italiana, morta proprio il 23 marzo del 1997.
Vado ad ascoltare i suoi testi, la sua musica e tutto mi si schiarisce improvvisamente: l’ipocrisia deve allontanarsi, la sua musica e le sue parole mi spingono a questo. E da quel momento ho in mente questa sua bellissima canzone…
E lascio anche una mia poesia, sperando che la cantautrice non si arrabbi…
Le donne distese sul lettino
La donna distesa sul lettino gridò “ah”
La donna distesa sul lettino gridò “ah”
Entra in me il miracolo della vita, pensò una.
Entra in me il miracolo della vita?, pensò l’altra.
Partorirai con dolore:
con giustizia aveva sentenziato.
Presupponeva, ne erano sicure,
che almeno la parte precedente
fosse senza dolore,
forse meglio, forse con piacere,
più o meno intenso,
ma senz’altro poco doloroso.
Le donne distese sul lettino
cominciarono a pensare
che c’era qualcosa di sbagliato.
Non provavano sensazioni piacevoli
tra le loro gambe aperte,
l’una all’amorevole vista del ginecologo,
l’altra all’amorevole vista.
Tutto quel maneggiare
certamente non corrispondeva
al poetico concepimento
del loro primo figlio o figlia.
Ah, che miracolo la vita!
Nove mesi dentro:
una pancia vale l’altra,
per l’embrioncino ribelle.
Che miracolo la vita!
Due embrioncini,
e sono già
e sono già donne
o uomini provetti?