La poesia può salvare il mondo?
Spesso l’ho chiesto ai poeti che ho abitato…
Lascio qui queste mie riflessioni e l’augurio per la pace e la bellezza di una Pasqua poetica.
giulia
«Pieno di merito e tuttavia poeticamente abita
l’uomo su questa terra»
(Hölderlin)
“Per gli antichi Greci, la scoperta della bellezza coincise con l’intuizione dell’universo. Ai loro occhi il mondo si mostrò nel fulgore di un kosmos, cioè di un “ordine bello”: un sistema coerente di parti finalisticamente articolate e tali da suscitare un sentimento di ammirazione e , insieme, di emulazione. “1
Proprio su questo sentimento di emulazione nasce la poesia. In quanto imitazione la poesia ha un proprio fondamento naturale: «due cause appaiono in generale aver dato vita all’arte poetica, entrambe naturali: da una parte il fatto che l’imitare è connaturato agli uomini fin dalla puerizia (e in ciò l’uomo si differenzia dagli altri animali, nell’essere il più portato ad imitare e nel procurarsi per mezzo delle imitazioni le nozioni fondamentali), dall’altra il fatto che tutti traggono piacere dalle imitazioni» 2
Anche il conoscere della poesia, secondo Aristotele, non è qualcosa di marginale: «la poesia è cosa di maggior fondamento teorico e più importante della storia; perché la poesia dice piuttosto gli universali, la storia i particolari.
E’ universale il fatto che ad una certa persona di una certa qualità capiti di dire o fare cose di una certa qualità secondo verisimiglianza o necessità».3
Si è analizzato molto questo brano perché con questo Aristotele rende chiaro entro quale campo includere la poesia, ossia il verosimile viene inquadrato nella più estesa teoria dell’universale, propria dell’esercizio cognitivo.
Per questo Aristotele può dire che la poesia è più filosofica della storia; più della storia (che Aristotele concepiva molto più “cronicistica” di noi) essa ci fa conoscere, in vicende tipiche, le leggi di funzionamento del mondo umano, sotto una luce di universalità che l’avvicina alla filosofia.
Perché partire da Aristotele per parlare di poesia? Perché le questioni che egli pone sulla Poetica sono ancora attuali, ossia sono ancora le tematiche aperte su cui si discute quando si parla di poesia.
“Il primo punto è quello che potremmo definire della laicità della poesia. Aristotele,…, si adopera a sciogliere gli antichi legami tra poesia e religione. Tutta la tradizione culturale successiva accetta come ovvia questa impostazione: la poesia, più in generale oggi diremmo l’arte, non ha ai nostri occhi nulla a che fare né con attività culturali né con attività di magia. Se c’è seduzione, è solo del sentimento. Una tale convinzione condiziona a priori la stessa definizione di attività e di linguaggio poetico, la loro collocazione nel quadro delle pratiche sociali.”4
Seconda questione : Aristotele ci presenta la poesia come qualcosa di utile svago, la poesia appartiene al tempo libero, ad un tempo non alienato, anche naturalmente per chi se ne occupa come lavoro. E’ il tempo che resta all’individuo per sé , ma più che tempo libero , è per Aristotele il tempo dei liberi; il poeta deve essere libero nella sua attività poetica anche quando questa le è stata commissionata. Il poeta, infatti, deve dimostrarsi libero, capace di destreggiarsi anche con le regole della composizione.
Terza questione: l’unità discreta e autonoma dell’opera di poesia, tracciando una delle caratteristiche più importanti dell’opera poetica, l’atemporalità.
Per Aristotele, infatti, la poesia, in quanto mimesis praxeos, rispecchiamento di un’azione reale o possibile, assolve ad un’importante funzione conoscitiva. Poiché sa registrare non solo ciò che accade ma anche ciò che potrebbe accadere (secondo le regole della verosimiglianza o della necessità causale), la poesia riesce più filosofica della storia: essa ci rivela gli “universalia in re” e, organizzando il tumulto dell’esperienza e della passioni entro un coerente kosmos formale (o, nella dizione aristotelica, entro una coerente systesis, una “coesistenza”), rende significativi e comprensibili gli eventi spesso caotici e contradditori della vita reale.
Per questa via, il legame ( platonico) tra l’apparenza e l’inganno, ci si ripresenta non più nei termini di un’apparenza ingannevole, bensì nei termini di un inganno apparente, di un inganno cioè che cessa di essere tale, proprio perché nell’allestimento del testo si mostra, ovverosia appare nella flagranza strutturale e ornamentale di un kosmos artistico.
Se, dal punto di vista della loro storicità extraletteraria, gli eventi sono sempre imprevedibili e acosmici, dal punto di vista del testo che li comunica essi devono affidarsi ad un ordine formale. Esiste infatti, per così dire, “lealtà” della forma nella quale l’illusione del divenire, l’incertezza dell’evento, l’inganno dell’apparenza svaniscono e s’arrestano nell’assetto finale del testo e della sue figure verbali.
In un senso, non molto dissimile, l’autore del trattato Sul Sublime vedrà, negli esiti più alti della prosa d’arte una taxis ataktos, un ordine disordinato, un ordine che riespone, senza cancellarlo, l’incontenibile disordine delle passioni.
Nell’atmosfera del pathos il poeta fa: non nel senso di creare (tipico dei romantici) ma nel senso di vedere cose nuove che l’intelligenza non riesce a vedere.
1 GIOVANNI LOMBARDO, L’estetica antica, il Mulino, Bologna 2002
2 Aristotele, Poetica, 48b 4-9.
3 ibidem
4 Cfr. Introduzione di DIEGO LANZA, Poetica, Milano 1997, Rizzoli Libri.
Bona Pasca Manna innoi puru…
Happy Easter July!
Joyeuses Pâques, douce Julia, tu es une merveilleuse et grande troubadour…
buona Pasqua e speriamo anche per il vespro in albis…
NO, per fortuna :-)))))))))
Altrettanto a te. Ora leggo il post.
Interessante davvero
Buona Pasqua
buona pasqua a te anche se ormai è quasi finita 😉
Mai e poi mai mi metterei contro Aristotele. Neanche se di cognome facesse Onassis. Ma ricordo una canzone di Vecchioni “I poeti son vecchi signori che mangian le stelle distesi sui prati delle loro ville. E s’inventano zingare e more per farsi credibili agli occhi del mondo col loro dolore. ” Altri tempi, altri poeti, altra credibilità, altro spessore.
E spero che nel tuo uovo tu abbia trovato la miglior sorpresa che potevi immaginare. Buona Pasqua a te ma tienimi un pezzo di cioccolato.
P O E S I A
Sì, oggi ero talmente
un uomo liquido
che la pioggia
era talmente
amorevole e
travolgente
che ho rischiato
di finire giù
dal cavalcavia
di un’autostrada,
un volo di soli…
un centinaio di metri…
uff…che smaltita!!!
http://www.youtube.com/watch?v=YA26tn21MGE
E buona pasquetta 😉
Io non so se la poesia possa o meno salvare il mondo o salvare solo chi la compone. So che l’amo e mi dispiace che oggi sia amata così poco.
oh mamma mia devo ancora leggere l’altro post
aiuto
le vacanze mi fregano sempre
resto indietro
pomeriggio recupero
:-)))
intanto buona nuova settimana
:-)mandi
La Poesia è troppo elitaria per poter salvare il mondo e il mondo è ancora ostaggio di dittatori e oligarchie che raggirano le masse, le quali poche volte nella storia si sono ribellate e hanno dato luogo a Rivoluzioni.
I Poeti hanno sempre avuto cittadinanza nelle rivoluzioni, ma non possono esserne il motore…
C’è poi da discutere su quale rivoluzione, quale pace, quale giustizia, concetti che i potenti manipolano a loro uso e consumo… e si trova sempre un filosofo pronto ad elaborare qualsiasi teoria, il filosofo può dire e smentire con la sua dialettica ostica, ma interpretabile e addomesticabile… non così la Poesia, quella con la P…
Ma il Poeta è come l’Anarchico, è tale solo quando è riconosciuto tale… Pen(s)o…
Sono dotato di tre o quattro salgaventi, le cause di morte sono variegate…e famo le corna!!!
Rettifico, salvagenti, salvaeventi, salvalimi ecc…
P.S. POESIA
Salgaventi?
Salgano
i venti
a rapirti
dall’orrido
FINE DELLA POESIA
chi dice giulia dice … augurissimi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! smack
In effetti mo che ci penso, i testi dei Lieder di musica concreta me li scrivo da solo, in questo dovrò qualcosa a Wagner ma sono soltanto agli inizi, c’è tutto il resto, è Lui il primo dei “dissolutori” del nostro sistema tonale il “padre” della pantonalità, il termine è di Schönberg, ma sembra gli sia stato suggerito proprio dalle strutture armoniche costruite da Wagner.
Comunque:
Poeta ci sarà Lei ha capito? D’altronde Lei è femmina io sono un maschietto!
Da noi si dice “poraccio”!
P.S. Decide lei…OMOFOBA!!!
A me… no. Ho individuato una serie di comportamenti assurdi dell’uomo comune ed è stato come svegliarsi dalla Matrix… visti dall’esterno ne comprendi la completa evitabilità… :-)))
Martedì ho ascoltato gran parte della trasmissione, eh!
Non puoi gettare il sasso e nascondere la mano. Di quel desiderio, di quel sogno mi devi raccontare. Io resto in ascolto.
Mi fa morire l’uomo, quando si scaglia in modo piuttosto acceso contro gli amministratori locali… senza peli sulla lingua :-)))
Ah, sappi che sei l’unica con una pronuncia quasi neutra!! :-)))
Beh, è inutile negarlo… ciascuno di noi non può evitare di parlare con quel minimo di inflessione contestualizzante… :-))) Se li avessi mi si drizzerebbero i capelli, quando riascolto le mie interviste…
Finalmente…una LIBERTINA!!!
P.S. Abbasso i parrucconi e le parruccone.