CHI DICE DONNA

TRA SOGNO E LETTERATURA

A mia madre…

 

TRA SOGNO E LETTERATURA

di

Giulia Penzo

 

Si guardò intorno nella grande sala.

Gli venne incontro una piccola donna dai capelli biondi cotonati. Nel suo tailleur rosso sembrava inaccessibile più che dentro un’armatura: su una ragazza di vent’anni avrebbe fatto un effetto diverso. Si sentì cattivo.

“Lei è il dott. Rossi?”

“Certamente”, rispose alla domanda della donna in rosso.

“Venga, è ancora presto ma tra poco la gente dovrebbe arrivare”

Nella stanza campeggiava un grande tavolo ricoperto da un soffice panno blu. La sala era enorme: mancavano pochi minuti all’inizio della conferenza, non erano ancora arrivati gli altri relatori e nel pubblico presente si potevano contare al massimo cinque persone, compresa la donna in rosso, naturalmente.

Bella situazione da affrontare: doveva relazionare la sua prima opera letteraria. Guardò la locandina, dove campeggiava la copertina del suo libro, … quanto si era dannato a trovare un’immagine giusta che racchiudesse il significato intrinseco del suo pensiero! Alla fine aveva optato per un petalo di rosa rossa da cui sgorgava una goccia di sangue: si sentiva proprio così… , quel libro gli aveva risucchiato letteralmente ogni linfa vitale del corpo.

Vide la signora in rosso rispondere al cellulare e farsi paonazza in viso e mentre rispondeva lo guardava come se fosse proprio lui il tema della conversazione.

Poi interruppe la telefonata e si diresse verso di lui, con fare dispiaciuto.

“Sono desolata, ha telefonato l’altro relatore e mi ha detto di essere rimasto bloccato a causa di un incidente stradale; dovremo iniziare noi, aspettiamo qualche altro minuto ancora, pensavamo fosse un tema interessante ma a quanto pare…”, e fece cenno alla sala quasi vuota.

Cominciò a sudare, a provare un senso di colpa per quell’evento poco riuscito. Intanto due delle tre persone che si erano sedute come spettatori si erano alzate, guardandosi in giro imbarazzate e, come colpevoli, se n’erano andate; rimaneva imperterrita una signora sulla sessantina.

L’evento doveva iniziare alle cinque del pomeriggio, ormai erano le cinque e mezza e nella sala austera rimanevano solo loro tre: lui, la signora in rosso e la signora seduta  tra le innumerevoli sedie nella sala, che sembrava immobile e non desistere dall’idea di assistere alla conferenza.

Incrociò lo sguardo della signora in rosso e decise di iniziare. Gocce di sudore lo percorrevano sulla schiena.

Si sedette al tavolo e cominciò a parlare. Aveva preparato una bella presentazione, che spiegava i motivi che l’avevano spinto a scrivere il libro, i contatti con l’editore, la trama ma, in quella sala, si sentì improvvisamente libero e cominciò a raccontare le paure, i sogni, ciò che lo spingeva a scrivere la notte tarda ad aspettare che arrivasse il flusso delle parole, mentre ascoltava la musica che più si addiceva ai sentimenti del momento.

Quella donna che gli stava dinnanzi, che l’ascoltava, gli sembrava apposta per lui, un angelo inviato dal cielo per salvarlo dal buio dell’inferno.

Non pensava di essere un grande scrittore, ma sapeva che doveva scrivere, credeva nelle persone, nella lotta, negli ideali di libertà e di uguaglianza, nella bellezza dell’arte. Ed era così solo…, martoriato dentro così tanto che voleva uscire, spiccare il volo…

Quando terminò di parlare, si guardò in giro. La donna seduta di fronte accennò ad un timido applauso e le sorrise e lui si sentì felice, in maniera assoluta.

La donna allora s’alzò in piedi e si avvicinò al tavolo dov’era seduto, prese dalla borsa un libro e glielo porse.

“A dir la verità ero venuta per l’altro relatore…”, si scusò timidamente, “Potrebbe comunque fare lei l’autografo col nome dell’altro scrittore?”

Uno strano sorriso si disegnò sulle labbra del dott. Rossi.

 

P.S. l’immagine è tratta dal web  e non ha alcuna attinenza con il racconto.

 

 

TRA SOGNO E LETTERATURAultima modifica: 2010-05-09T09:25:00+02:00da
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