CHI DICE DONNA

HOTEL SAN VALENTINO

Il caldo fa strani effetti; allucinazioni, sogni, fantasie si accavallano… e non si possono fermare.

Sfilano davanti inducendoti a comportamenti assurdi, oppure… basta una finestra, una luce accesa e non hai bisogno di altro…

 

Tutto questo succede nell’Hotel San Valentino…

 

 

HOTEL SAN VALENTINO

 

Entrò nella stanza 116 dell’Hotel San Valentino.

Il nome era tutto un programma e la sua segretaria gli inviò uno smile sorridente insieme all’sms di prenotazione.

Credette per un momento ad una presa in giro, ma Anna era una donnona per niente romantica: nella zona probabilmente era l’hotel a 4 stelle più economico e in una zona centrale della città.

Anche quella risultò una giornata pesante, in mezzo all’afa della calura estiva; dovette attardarsi a discutere di alcune beghe di lavoro con i responsabili delle agenzie territoriali.

Seguiva per conto della sua Azienda alcune agenzie satellite, doveva controllare che tutto fosse in ordine e in linea con le direttive della sede centrale.

Un lavoro che lo portava in giro per l’Italia nelle zone più sperdute, offrendogli l’opportunità di conoscere gente diversa e luoghi insoliti, paesi sconosciuti e paesaggi misteriosi.

In Sicilia in pieno luglio, non era certo il momento ideale per lavorare…; sentì il sudore che gli appiccicava la pelle ai vestiti e inserì la card nella serratura elettronica, agognando l’aria condizionata della stanza.

La camera era ampia e arredata con gusto. Si fece una doccia veloce e si buttò subito a letto, per leggere e rilassarsi.

Il sonno lo colse ancor prima di voltare le prime pagine.

Si svegliò di soprassalto, quando il libro dalle mani gli cadde con un rumore sordo sul pavimento.

Aprì gli occhi. Sentiva ancora caldo, l’immagine davanti agli occhi di un sogno sfuggente. Si alzò dal letto e si diresse verso il piccolo frigorifero, … alcune lattine di coca cola, una sprite, una birra, qualche bottiglietta mignon di liquore e sacchettini di arachidi poco allettanti a quell’ora di notte. Prese la lattina di birra e lo schiocco fece fuoriuscire la schiuma fresca e leggera. La leccò con ingordigia e tracannò velocemente la bevanda che gli scivolò veloce nello stomaco. Si spostò con la lattina in mano verso la grande finestra; si toccò la pancia e grattò i testicoli per sentirsi cosciente.

Fuori era buio e il paesaggio un parcheggio deserto, qualche macchina di passaggio e la luce giallognola dei lampioni.

Poi, nell’angolo del muro, si accese la luce alla finestra della camera di fronte alla sua.

Le tende erano tirate in parte, lasciando intravedere la giovane donna che entrava nella camera.

Era vestita con un tailleur nero, elegante, serio. Si sfilò la giacca gettandola nel letto; sotto indossava una camicia di raso bianco. Altrettanto velocemente si tolse i pantaloni, lasciando le gambe slanciate e affusolate completamente nude.

La camicia bianca scivolò ad accarezzarle i fianchi ben torniti. Poi la vide sparire dentro il bagno, così immaginò Giorgio.

Se ne stava a guardare, alla finestra, protetto da un vetro.

E se qualcuno l’avesse sorpreso lì, come un maniaco? Avrebbe potuto dare l’allarme, avvisare la direzione…, non avrebbe certo fatto una bella impressione…

“Che pensieri stupidi!”, realizzò, “che colpa ne ho se quella ragazza si spoglia davanti a me senza preoccuparsi di essere osservata da qualcuno attraverso le finestre?”

In quel momento la ragazza uscì dal bagno, aveva un asciugamano tra i capelli, come un turbante, e indossava solo uno slip nero. Il seno era libero, piccolo e sodo.

Giorgio ne era ammaliato, per il modo sensuale con cui si muoveva liberamente.

Non aveva solo un bel corpo, aveva un’eleganza tutta particolare.

Proprio davanti a lui, si offriva come in vetrina. Gli sembrò di essere un ladro.

La ragazza sollevò una gamba poggiando il piede sul letto e cominciò a massaggiare con piccoli movimenti circolari l’interno della coscia, come se si stesse spalmando della crema – così parve a Giorgio – e poi ripetè la stessa operazione sull’altra gamba.

Dopo qualche minuto di massaggio la ragazza ritornò in bagno.

Una strana eccitazione lo aveva preso.

“Possibile che non se ne sia accorta che qualcuno la sta osservando?” pensò, “lo fa apposta…”

La ragazza uscì dal bagno con i capelli asciutti e fluenti. Uno strano colore dai riflessi castani, un biondo scuro.

Spense la luce e Giorgio non riuscì a vedere altro.

Rimase con l’immagine della donna impressa nella mente.

Si sentì improvvisamente solo. Tutto quell’avvicendarsi di lavoro, di giornate perennemente uguali a sé stesse. Dentro una gabbia di vetro, ecco come si sentiva. Non poteva toccare quella donna e chissà, forse anche lei si sentiva sola quanto lui.

Due solitudini potevano annullarsi senza quel pezzo di vetro: perché non creare stanze comunicanti, tunnel da percorrere, tubi in cui amarsi senza bisogno di conoscenze ulteriori, senza legami, senza vincoli?

Solitudini da trasformare in incontri d’amore, di carezze amichevoli.

Nel buio avrebbe trovato qualcuno, lo avrebbe toccato e gli sarebbe bastato per capire se ci sarebbe stato l’incontro, altrimenti se ne sarebbe andato, avrebbe cercato un altro corpo.

Ritornò a letto. Nel sogno raggiunse la donna. Lei a braccia aperte lo accolse, con amore…

La mattina si alzò e di corsa si vestì.

Voleva sapere il numero della camera e soprattutto voleva conoscerne la sua affascinante ospite.

Chiese in direzione il numero della camera che gli stava di fronte.

S’informò se era libera quella notte…

Il direttore gli rispose che sì, in effetti quella camera si sarebbe liberata proprio quella mattina.

Per lui fu una delusione. Allora quella donna non sarebbe rientrata.

Fece colazione velocemente e poi rimase ad aspettare. Ma non sapeva chi aspettare.

Gli arrivò un sms.

Partenza da Palermo ore 15.30, con le indicazioni del volo e le coincidenze.

Era Anna. La immaginò sorridente, bella come un pomodoro maturo.

Le telefonò.

“Anna, pensavo…”

“A cosa pensavi? Hai ricevuto il mio sms con la prenotazione oppure c’è qualcosa che non va?”, gli rispose lei, interrompendolo, pensando a qualche contrattempo.

“Vuoi che ci incontriamo questo week-end?”

“Ma…, Giorgio…”

“Sei stata tu a prenotare l’Hotel San Valentino, ti aspetto qua… Ho prenotato per te un’altra camera, se non ti fidi…, verifica pure”

“Dammi il tempo, devo preparare ancora tutto, cosa ti è successo, perché mi vuoi lì con te?”

“Ho voglia di vederti, ci conosciamo da tanti anni, mi sembrava una buona idea… Non ho nessuno a casa che mi aspetta e da quel che so anche tu sei sola. Palermo è una città splendida… “

 

Anna entrò nella camera, dopo la serata con Giorgio.

Era partita così, preparando in fretta i bagagli, senza pensarci molto, in fondo aveva colto la sua debolezza, la solitudine.

Palermo era una città viva di sapori e di odori, calda nell’accoglienza e nel clima.

Una cena a lume di candela, lei non sapeva come comportarsi, non aveva capito se quella era una cena d’amore o d’amicizia. Giorgio non aveva fatto avances di alcun tipo. Non si faceva comunque illusioni, la sua vita era costellata da piccole sofferenze e il corpo sgraziato certo non l’aiutava nelle relazioni e soprattutto nelle relazioni con gli uomini, anche se la sua intelligenza e simpatia sicuramente contribuivano ad un buon rapporto con tutte le persone, uomini e donne.

Perché Giorgio l’aveva chiamata per trascorrere quel fine settimana insieme?

Dopo cena l’aveva salutata frettolosamente ed era rientrato in camera, lasciandola sola.

Non sapeva che dall’altra parte, nella finestra davanti alla sua camera, Giorgio la osservava al buio.

Vide Anna entrare.

Anna si sfilò la maglietta nera aderente.

La finestra era ancora con le tende tirate.

Il seno di Anna era una montagna di carne soffice e trasparente.

La vide dirigersi verso il bagno. Dopo qualche minuto interminabile uscì ed era completamente nuda. Gli slip che indossava si addentravano nei meandri intimi del corpo.

Sentì farsi forte l’eccitazione.

Poi Anna guardò nella sua direzione. Si era come accorta di qualcosa di strano.

Andò alla finestra e tirò con un gesto deciso le tende.

Tutto si richiuse dietro le pesanti coltri.

Era svanito il sogno, ma a Giorgio quello che aveva visto sarebbe bastato per la notte.

Quella notte Giorgio avrebbe dormito tra le braccia del corpo di Anna.

 

 

 

 

P.S. qualsiasi riferimento a luogo e persone è del tutto casuale e frutto della mia fantasia!!!

 

PERBACCO HO PRESO UN PREMIO!!

PREMIO DARDOS

 

 

Dal blog IL CORVO mi è arrivata la nomination al PREMIO DARDOS.

GRAZIE a Bruno  per l’apprezzamento del mio blog.

Si tratta di un premio che viene assegnato dai blogger a blog meritevoli per contenuti di carattere culturale, etico e/o letterario (ok…ok…, il mio blog è stato sopravalutato…)

È previsto un semplice regolamento. Se vieni nominato negli elenchi sei invitato a:
1)  accettare e comunicare il regolamento, visualizzando il logo del premio;
2)  linkare il blog che ti ha designato;
3)  premiare altri 15 blog meritevoli (compreso quello che ti ha premiato, se vuoi), avvisandolo del premio.

 

STO PREPARANDO LA LISTA…, A DIR LA VERITÀ NON CI DEVO PENSARE MOLTO…

 

 

HOTEL SAN VALENTINOultima modifica: 2010-07-25T23:15:00+02:00da
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