8 Responses

  1. haffner2
    at |

    Giulia, sarà che in questi giorni ho la testa frollita da troppe formule di biochimica, ma non riesco a trovare un nesso tra la foto e questa toccante poesia. Se non erro colgo l’aurora boreale del freddo nord artico…ma dov’è il legame con la poesia?
    Scusami se sono poco fantasioso, ma come dicevo in premessa ho la testa che mi scoppia.
    Un caro saluto.
    haffner

  2. raconteur
    at |

    …umidi occhi si appellano
    …versi propiziatori di acqua materna, di linfa
    …si desta al soffio che apre menti e finestre
    …nella fugacità della linea sottile la bocca insegue un movimento…

    “Corre nella notte come veliero sospinto,
    conosce la meta, un’immagine avanza costante.
    La fiamma si innalza, il battito incalza
    feroce il lamento che invoca, che chiama:
    è aurora, felice dimora”.

    raggiungere è altro… qui ci son tutti gli elementi… la poesia è donna, per questo io scrivo versi… e ammiro una grande allieva di Minerva e Saffo…

  3. sergio
    at |

    Be’, Giulia… considerando che la storia parte dalla metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri è ovvio che muoiono tutti! 🙂 Ora però mi raccomando non dire niente del finale! Bellissima la tua poesia. Ciao…

  4. Bruant
    at |

    L’Aurora
    L’aurora del nuovo giorno
    Illuminerà i sogni più profondi
    Portando loro la brezza giusta
    Del valore più immenso.

    Come sempre ho i brividi più belli.

  5. giorgio
    at |

    ….è tardissimo, torno domani a leggere….il metodo? federalismo e democrazia diretta e partecipata…ma prima bisogna convincere gli italiani…ci sarebbe un piano B, ma meglio lasciar perdere….notte…

  6. sergio
    at |

    Ogni fine è un inizio, un’aurora.
    Più si legge più vien voglia di leggerla, i miei sinceri complimenti Giulia

  7. Dì! Vago...
    at |

    Sì, ma poi ho pagato uno scotto… :-))
    Buongiorno!

  8. haffner2
    at |

    Cara Giulia, nessuna stella cadente ieri notte nel mio cielo, anzi!
    Verso le 2° 10″ si è abbattuto un forte temporale con fulmini e tuoni di rara intensità.
    In questi casi so gia cosa succede: dopo pochi minuti squilla il telefono perchè il cane di qualche cliente è terrorizzato, abbaia furiosamente oppure guaisce avvilito talvolta andando anche in dispnea.
    Non resta altro che prendere la borsa con gli arnesi del mestiere, salire in macchina nel mezzo della notte e correre nella pioggia per sedare gli animali con una iniezione di Azaperone.
    Al mattino, come oggi, si ritorna all’ambulatorio con gli occhi di un barbagianni e la testa di un tapiro.
    Un caro saluto e buon ferragosto.

    haffner

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