Si parlerà adesso di solidarietà femminile, che noi donne conosciamo da millenni, come se fosse una novità, dopo l’ennesimo omicidio di una donna, madre di una figlia che non poteva essere libera.
Libertà prevista non solo dal diritto in Italia, ma in ogni parte del mondo secondo la Dichiarazione universale dei diritti umani!
A qualsiasi latitudine, ogni donna lotta contro un mondo dominato dai maschi.
DALL’UDI DI MODENA ARRIVA QUEST’INVITO:
Per dire che non dimenticheremo mai Begm Shnez, per stare vicino a Nosheen, soprattutto per dire BASTA AL MASSACRO DELLE DONNE, le UDI di Novi, Carpi e Modena, chiamano tutte/i ad un gesto di solidarietà e di protesta:
una fiaccolata che si svolgerà a Novi – Sabato 9 Ottobre 2010 ore 20,30
Sito nazionale www.udinazionale.org
ROBA DA DONNE
Le due ragazze indossavano leggins neri attillatissimi di similpelle, che non lasciavano nulla all’immaginazione. Le gambe affusolate ne uscivano vittoriose, lasciando intravedere proporzioni morbide e ben tornite. I maglioni lunghi e larghi portati a mo’ di vestitino le trasformavano in piccole donne ‘anni ’80’ e lasciavano intuire il mestiere che praticavano.
Quando salirono sull’autobus Anna fece una piccola smorfia di disgusto: probabilmente si sarebbero sedute accanto a lei, gli unici posti liberi della corriera.
Difatti, senza chiederle permesso, andarono a sedersi nei posti vicino al finestrino, accanto ad Anna.
L’odore che emanavano era forte e speziato. Ad un certo punto la ragazza che le si era seduta difronte si sfilò gli stivaletti con il tacco, dalla borsa prese il tagliaunghie e con indifferenza cominciò a tagliarsi le unghie dei piedi, mentre Anna se ne stava fintamente addormentata per evitare qualsiasi sguardo o parola.
La giornata di lavoro non era stata proprio felice: una giornata passata a pulire in ospedale, sei ore per assistere i malati nelle loro cure igieniche. E nel reparto di geriatria tutto era ancora più duro, segnato da sofferenza continua, tra piaghe di decubito e dolori per malattie ignote. Prima di terminare il turno aveva guardato quella vecchia sul letto, piccolo ammasso di carne, come una bambola di pezza. Si stava abituando…, aveva la mania della pulizia. Ora se ne stava tornando a casa e il viaggio in autobus da pendolare, una perdita di tempo giornaliera, durava una mezzora.
Quei piedi neri e il tagliaunghie, in corriera, a quella distanza ravvicinata, la irritava, ma lei così timida e stanca non aveva intenzione di mettersi a litigare per quella mancanza di educazione.
“Sporche negre!”, si sentì urlare una voce maschile, proveniente dai primi posti della corriera.
Le ragazze si guardarono tra loro e cominciarono a sogghignare, ma non risposero all’insulto. Anna le guardava impassibile, aveva capito benissimo che l’imprecazione era rivolta a loro, uniche ragazze nere presenti in quell’autobus, ma pensò che in fondo se lo meritavano.
La ragazza si rimise gli stivaletti, e poi cominciò a rovistare nella borsa. Tirò fuori una boccetta di smalto per unghie e, appoggiandosi sui braccioli del sedile, iniziò a stendere con cura lo smalto sulle dita affusolate. Era velocissima, si notava un certa esperienza. Quando finì, guardò Anna che l’osservava con attenzione.
“Vuoi anche tu?”, le chiese, con un sorriso che mostrava denti perfetti.
Anna si guardò le mani… Da un po’ non le curava, non aveva mai tempo.
“Se vuoi te le faccio io…, sono brava sai, ho il diploma di estetista”, le disse la ragazza.
E senza che Anna trovasse il tempo di replicare, le prese la mano e con una piccola lima cominciò ad arrotondarle le unghie.
“Ora vanno di moda le unghie quadrate, ma le preferisco rotonde per allungare la mano…”, le spiegò con piglio professionale, “…e sono più resistenti”
Poi rovistò sulla borsa e tirò fuori qualche flaconcino di smalto, scegliendo tra queste un bel rosso scuro, e con gesti decisi e senza sbavature lo stese sulle unghie.
Anna si guardò le mani. Con lo smalto luccicante erano proprio belle.
Si accorse di essere arrivata, quella mezzora era passata in fretta.
“Grazie…”, le disse sorridendo, “È la mia fermata, ora devo scendere…”
“Ciao”, la salutarono.
Prima di scendere si voltò verso le ragazze e gridò in modo che tutti nell’autobus sentissero:
“Qui ci sono donne ed è bello essere donne!”
P.S. la foto è tratta dal web e non ha alcuna attinenza col racconto.
Chi li possiede tutti quei difetti è equiparabile a chi totalizza zero al totocalcio: vince comunque. :o)
In fondo basta così poco per cambiare idea… lo sbaglio è avere degli stupidi pregiudizzi prima… ed è vero e bello che ci siamo delle donne…
Questo breve racconto è meraviglioso, quanto reale… succede davvero così…
Siano quello che siano, loro hanno tanta dignità e sono migliori cento volte di chi le disprezza.
– “Vuoi anche tu?”, le chiese, con un sorriso… – da qui in poi mi hai commosso… Vi abbraccio!
bellissimo brano, didattico, e in più impreziosito dai particolari, sei maestra in questo…*
… quella voce maschile, forse anche “cattolica”, è indietro almeno duemila anni…
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
(Luca 10, 30-37)
E Gesù disse loro: «In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli.
(Matteo 21, 31-32)
Ci sono stati dei periodi nella storia dell’umanità, alcuni molto vicini a noi, in cui sembrava che il razzismo fosse stato sconfitto, parlo di tutti i razzismi, cioè di qualsiasi discriminazione tra esseri umani. Con gli anni ottanta del secolo scorso è iniziata l’inversione di tendenza, fino ai momenti “pre-nazisti” che stiamo vivendo…
Che fare?
Non è semplice, tuttavia sono semplici i rimedi, alcuni: educare le nuove generazioni, incrementare la lettura e la cultura, diffondere i libri come noccioline, debellare il capitalismo e ogni ideologia che propagandi la disuguaglianza, lobotomizzare Brunetta e quelli come lui…………… e via dicendo…
Ecco, questo è un racconto che mi piace, che lascia chi legge a riflettere su ciò che ha letto. Ahimè, l’intolleranza dilaga sempre più in questa società che sembra segnare il declino dell’uomo, dove nuovi o mai sopiti egoismi trovano terreno fertile, dove il “penso dunque sono” cede il posto al “sembro dunque sono”
Abbiamo il dovere morale di combattere ogni forma di diseguaglianza e prevaricazione.
Un saluto e l’augurio di un buon fine settimana.
haffner
Per me, anche commentare è scrivere, e purtroppo sono (sperò di dover dire “sono stato”) vittima di un blocco: no, non il blocco dello scrittore, non io essendoci non può essere quello. Lo chiamerò il blocco della spontaneità.
Insomma, ti ho letta anche in questa mia “assenza” senza riuscire a battere “seriamente” tasto. Oggi sento tornare una certa voglia, sospinto anche dal tuo vergare assiduo e circostanziato, illudendomi di trovar anch’io i miei baci inaspettati.
Gli ultimissimi tristi eventi, le notizie seri e quelle idiote (tipo questi “giornalisti” dediti al lecchinaggio più sfrenato che non si trova neppure negli hard più spinti) hanno stremato anche la mia proverbiale calma, e per contraddizione sto riprendendo a scrivere.
PS: sei sempre più scrittrice nel vero senso.
Buona domenica Giulia.
Ciao da Giuseppe.
VIVA LE DONNE!
P.S. Donne donne eterni dei…dal I atto del “Barbiere di Siviglia” di Gioachino ROSSINI.
Boh, c’hai ragione.
P.S. D’altronde l’uomo è una bestia, poi mettici pure il “familismo”…micidiale!
II P.S. Sarei proprio curioso di vedere “l’uomo” in una società “senza famiglia”…d’altronde l’ho sempre utopisticamente pensata.
La famiglia è il “target” del capitalismo, i “predati” preferiti sono i bambini…quando la famiglia sarà “morta” toccherà ai single.:-))))))))))))))))
P.S. Li aspetto al varco…i capitalisti.
Riferendomi naturalmente soltanto al tuo racconto, l’assurdità del razzismo va ben oltre l’osservazione, semmai fatta, per un certo tipo di maleducazione.
Se le due donne fossero state bianche, qualcuno le avrebbe redarguite per il loro gesto inconsueto e poco ortodosso, ma qui si mette in evidenza solo l’intolleranza per il colore della pelle.
Purtroppo l’uomo è il peggiore di tutta la specie animale, sì animale, perché alcuni animali sono migliori di lui. Si dimentica che noi esseri umani, pur avendo colore della pelle diversa, ceto sociale diverso, intelligenti e non, belli o brutti… siamo tutti fratelli, inquilini di un mondo che non ci appartiene perché siamo solo di passaggio.
Per finire, la maleducazione delle due donne, è passata in seconda linea di fronte all’assurda intolleranza di quell’uomo.
Continua a scrivere Giulia, sei brava!
C. COLOMBO ce la poteva pure risparmià la scoperta dell’America, bel cazzo di capolavoro!!!
P.S. VIVA GERONIMO, CAVALLO PAZZO E TORO SEDUTO.
Per fortuna sono passata, anche se un po’ in ritardo, così ho letto questo bel racconto che, al di là dell’importante argomento trattato, è stato scritto con originalità ed essenzialità. Complimenti e felice notte.