il conflitto indebolisce il pensiero,
mi son detta,
quando ho visto un contadino raccogliere
pietrose offese come succosa frutta.
Spalava dalla terra le parole vergognose
di chi sporcava col catrame
i sentieri della felice cima.
La montagna chiama,
la montagna è carne,
mi son detta,
anche se straniere e lontane
percorsi incrociano le genti:
agitate dallo stesso vento
le chiome degli alberi
e i capelli del ragazzotto imberbe.
Svettano ora stanche le cime
martoriate da mostruose escavatrici,
che annegano nel cuore della terra
il buio informe di un tubo di ferro.
Negli occhi del poliziotto
c’è lo stesso spavento della donna
che spalanca il seno all’ingrata violenza.
Allarga le braccia di fronte al figlio.
E, attraverso il filo spinato,
non riconosce di aver innanzi una serpe.
P.S. la foto è tratta dal web e non ha alcuna attinenza con la poesia, opera di fantasia.
mi è difficile commentare le poesie, ma mi lascio guidare dal ritmo dei suoni che richiamano alla memoria paesaggi ed esperienze
è la cosa più importante.
A momenti i Giannini superano i Rossi e i Bianchi… 🙂
Smemorato! 🙂
Molto originale questa poesia no-tav, perchè coglie aspetti laterali e particolari, pur nel contesto generale dei drammatici avvenimenti di un popolo per difendere il proprio territorio. Così l’ho letta… *
…Se è scritta in età adolescenziale, è profetica!
Sono in perenne stato adolescenziale 🙂
“La lotta strema le coscienze,/il conflitto indebolisce il pensiero……./non riconosce di aver innanzi una serpe”… Bello il contrasto, tra un avvio dubbioso nei confronti del contadino che si accinge a tirar le pietre e la scoperta della verità, l’arroganza del potere che ci entra in casa senza neanche chiedere il permesso.
Onore ai valsusini. Ci sono voluti venti anni di lotta perchè sempre più gente di qualsiasi parte dell’Italia, si sia resa conto che hanno ragione. Fino ad ora il potere era riuscito, con i suoi giornali, telegiornali e talk, a dare al resto del paese una informazione distorta, fasulla. Il no-tav nel nostro immaginario era poco meno di un terrorista, un black-bloc, un violento, mentre invece è popolazione comune, giovane e vecchia, che cerca di difendere la propria salute (dall’amianto), il proprio territorio dalla devastazione, l’interesse comune dallo sperpero di denaro pubblico.
I politici, il governo, compresa quella cima di Monti, ottusamente, continuano a negare l’evidenza, e di fronte alla verità delle immagini, continuano a farneticare di terroristi e violenti.
Ormai i Monti, la trinità Bersani-Veltroni-Alfano, sono del tutto screditati e fanno la figura delle tre scimmie, anche se continuano a parlare troppo…
Non sono così attenta come dici tu alla realtà che mi circonda,ma certe cose non possono sfuggire.
Spesso il conflitto nasce dall’incomprensione,ma molte volte sono la malafede e l’interesse a guidare le parole e i gesti.
Peccato.
Buona domenica anche a te
Ehilà…
Ciao Giulia!
Grazie per l’enorme complimento 🙂 ma a Thiene non mi ci farebbero nemmeno entrare :-))) .
Non parliamo poi della frequenza di aggiornamento dei miei post!!
P.S. Ho letto, eh… Anche se di bassa valle, sono valsusino e molto sensibile all’argomento!
Amica mia, cosa dire dopo aver letto questa poesia?
Traspare razionalità e elegia, la melanconia per un mondo che pian piano se ne va e uno nuovo e inquieto che avanza trionfante, e proprio per questo borioso e invadente.
Quel tubo di ferro che affonda nel cuore della terra sembra ribadire ancora di più la nostra arroganza, la volontà di potere e potenza che non conosce ragione.
Eppure il tempo cammina e uno dopo l’altro anche questi scempi entreranno nell’ombra.
Complimenti.
haffner
Qui ben descrivi le falle umane oltre i lamenti della vera poesia: la Natura…
Una poesia di attualità per chi difende la propria montagna
dai trafori inutili.
Ciao da Giuseppe.
Io prendo tutto scherzosamente sul serio :-)))))