… già, bisognerebbe essere “leggere” e invece chissà perché d’estate prolificano libri gialli o thriller che alzano la già alta temperatura.
Mi dispiace non poter pubblicare la parte finale di “La viaggiatrice virtuale”. Il grande successo di quella pseudocasalinga inglese con il suo pseudopornazzo rosa mi ha convinto a deviare verso una deriva erotica che non posso pubblicare così, per non turbare anime sensibili.
D’altra parte era difficile trovare un escamotage letterario per risolvere l’inghippo di tre persone rinchiuse in un appartamento e quindi utilizzo l’unica alternativa, dando sfogo alle mie fantasie che peraltro si risolvono in cose banali e scontate, poco degne di nota e quindi inutili da leggere, almeno per chi legge questi post.
Intanto proseguo nel mio filone “giustizia”, con questa mia riflessione poco vacanziera. Tutta colpa dei thriller.
P.S. l’immagine è tratta dal web e non ha alcuna attinenza con i contenuti di questo post e con la poesia, opera di mia fantasia.
Nessuno tocchi Caino
Non m’importa dell’assassino.
Macchie rosse sul pavimento
lasciano tracce sbavate,
imperfetti disegni di morte.
Non m’importa
la contorsione linguistica
di chi nell’ordine
giustifica la pace sociale,
il fallimento della ragione,
il nichilismo educativo.
Sedativi e seduzioni sospingono
verso uscite precipitose,
vie di uscita senza sicurezza.
Si costruiscono prigioni
e s’innalzano mura
ma le persone cambiano
in un via vai di anfratti giudiziari.
Delle vittime accenniamo
particolari scabrosi.
Si osanna una maggiore severità,
altri inneggiano alla liberazione:
si abbattono le mura
e s’innalzano muri di silenzio.
In silenzio si piange.
La macchia rossa
si allarga sul pavimento
delineando costruzioni labirintiche.
La morale ci educa.
In fondo la cattiveria non esiste,
si insiste.
Nessuno tocchi Caino
perché egli ha già ucciso:
la macchia rossa viene lavata,
il segno sbiadito.
Eppure qualcosa rimane sul pavimento,
qualcuno esce dall’uscita di sicurezza.
Qualcosa rimane,
qualcuno esce.
Una cosa rimane.
Alla faccia della leggerezza…(sorrido)
Cara Giulia, il mio andirivieni è legato ad impegni e a qualche vacanza. Solo che in estate “bisogna essere leggeri”e a me tutto questo andare su e giù comincia a pesare. Soffro il caldo e poi l’età…( e qui c’è poco da sorridere). Mi sono resa conto che le mie vere vacanze sono qui, a casa mia, ma vorrei non avere tutti i problemi che ho in questo momento…
Comunque, alziamo il calice alla vita finchè siamo vivi.
PS. Mi piace il fatto di lasciare incompleto il finale, in fondo l’autore ha il diritto di fare un po’ come gli pare. E l’unico potere che nessuno gli può togliere è quello sulla sua fantasia.
Buone vacanze anche a te.
Anna
“Sedativi e seduzioni sospingono
verso uscite precipitose,
vie di uscita senza sicurezza”
Tipo scorciatoie, beh, è probabile 🙂
Ciao Giulia, non toccate caino, geniale la tua poesia sembrauscita da un tribunale dove l’assassino sembra quasi la vittima.
Molto bella .
P.S Io non mi sarei scandalizzato al segutio della Viaggiatrice…
un bacione.
… Per “La viaggiatrice virtuale” potrebbe esserci una soluzione surreale, tipo che i tre si mettono a giocare a tresette, al gioco delle tre carte o come ultima chance al gioco delle noci intorno al fuoco 🙂
Questo mondo, pseudo globale, che ha inglobato solo la miseria, l’ingiustizia, la disonestà, il crimine, è ormai una Babele di cui non si trova più il bandolo della matassa… Essere isole è un piccolo privilegio, forse solo un’illusione.
Questo mondo è quasi riuscito ad invertire qualsiasi valore, è sempre più illeggibile: pace sociale allora significa che i più potenti opprimono i più deboli o anche solo i meno potenti; i malati conoscono le loro banali malattie, ma curano altro… E’ dura, ma io credo sempre al valore della goccia nell’oceano e nel nostro passato, insieme a tanto deserto e tanta siccità, abbiamo tante gocce, tanta pioggia benefica…
Nessuno tocchi Caino, credo in questo assunto, provocatorio, paradossale… contradditorio? Eppure la nostra società ha bisogno di schiaffi, capisce qualcosa solo a suon di botte, ha creato i presupposti perchè si debba sempre ricorrere alle soluzioni estreme, alla bacchetta, alla “violenza” della nonviolenza.
Caino, violento, assassino, vorrebbe ben altro.
Nessuno tocchi Caino, non riguarda Caino, riguarda noi che non siamo come lui; riguarda noi che diversamente da lui, siamo contro la pena di morte; riguarda Abele… e Cesare Beccaria non può credere che dopo duecento anni dalla sua dipartita si discuta ancora di questa barbarie.