Continua il mio racconto “La viaggiatrice virtuale”.
Sono reduce da un viaggio reale ad Orvieto. Vi aggiungo un particolare del Duomo, che raffigura Adamo ed Eva.
La storia di Adamo ed Eva ci ha segnato per la vita: la donna peccatrice. Ma è proprio così? In fondo Eva voleva solo mangiare dall’albero della conoscenza…
LA VIAGGIATRICE VIRTUALE
In quel momento vide una testa entrare per guardare dentro il ripostiglio e pensò dentro di sé: adesso!
Quello strabuzzò gli occhi per la sorpresa inaspettata e non riuscì a scansare l’ombrellata che Linda gli piazzò sulla testa. Il dolore fu tale che cadde a peso morto a testa in giù, ma la parte più dolorosa doveva ancora arrivare perché Linda continuava a batterlo dappertutto. Provò a rialzarsi ma senza risultato perché ormai si era trasformata in una belva inferocita. L’ombrello continuava a cadere sulla testa del topastro d’appartamento, finché quello non diede più alcun segnale di vita. Aveva agito al buio ma ora sentiva l’esigenza di vedere in volto quel malvivente. Accese la luce e lo vide.
Fu una giornata distruttiva. Erano quasi le quattro del mattino.
Era stata dura ma ce l’aveva fatta a trasportarlo fino in salotto. L’aveva legato per benino con la corda che teneva nel ripostiglio.
Il tipo cercò di svegliarsi ma Linda gli assestò un altro colpo in testa e chiuso la bocca con lo scotch così che non potesse gridare.
Se lo portava vicino al suo letto dove avrebbe dormito? Così l’aveva trascinato fino al divano, per terra, rotolandolo sopra un vecchio tappeto, e aspettò che si svegliasse per farlo sedere sopra: le sue forze non le permettevano di tirarlo su. Gli si addormentò vicino; per un attimo pensò di averlo ucciso, ma poi lo sentì lamentarsi. Si era avvicinata alla sua bocca per sentire le parole ma erano solo lamenti insensati. Emanava un buon profumo e non sembrava cattivo, almeno dall’aspetto.
(continua)
P.S. Le foto sono tratte dal web e non hanno alcuna attinenza con il racconto, frutto di pura fantasia.