Cosa fa una toponomasta? Prima di andare al lavoro, parte e va a caccia di targhe femminili!
Lunedì sono andata a Loreo (RO), a stanare 2 strade femminili: una dedicata a Eleonora Duse e una a Rosalba Carriera. Eccole!
Riassunto: Linda lavora in una finanziaria. Durante un pranzo di lavoro, il suo responsabile le chiede dove andrà in vacanza durante la pausa estiva. Linda non sa cosa rispondere, davanti a tutti e, presa alla sprovvista, mente, dicendo che andrà in montagna. Linda però decide di non partire e si rinchiude in casa, fingendo di essere partita, ma un ladro entra all’improvviso dentro casa sua e l’isolamento vaneggiato si trasforma ben presto in altra cosa…
La lettera che aveva trovato nella cassetta le aveva portato una notizia troppo bella per goderla in quella triste situazione.
Fu in mezzo a questi pensieri che sentì che qualcuno stava cercando di entrare nel suo appartamento.
Linda cominciò a maledire la giornata, ma si riprese subito e si diresse sicura verso la porta; questa volta doveva mettere al bando ogni esitazione. Riprese il mano l’ombrello che aveva usato qualche ora prima con il ladro. Guardò dallo spioncino.
Aprì di scatto la porta.
“Tu?”, esclamò quella.
“Che ci fai a quest’ora a casa mia… E perché volevi entrare?”, Linda esclamò con tono inferocito. Poi si ricordò di non poter gridare e si mise a digrignare tra i denti: “Che ci fai a casa mia! Ladra!”
La poveretta girò la testa verso di lei e col tono più serafico del mondo le rispose: “E’ questo il modo con cui dopo tanti anni si accoglie una sorella?”
Linda la guardò e trattenendosi dallo spaccarle in testa l’ombrello, preferì brandirlo in aria con rabbia.
“Veronica, rispondi o giuro che te lo spacco in testa a costo di fare un omicidio; perché sei venuta qui a casa mia?”
“Fammi entrare almeno, non vorrai svegliare tutto il condominio alle cinque del mattino!”, e intanto si era fatta strada, passando indenne davanti a Linda.
“Maledetta vacanza!”, sibilò tra sé e richiuse la porta, sperando che le sorprese, almeno per quella giornata, si fossero esaurite.
“Vedo che non sei sola… Ho disturbato qualche tuo gioco erotico?”, e toccò con la punta della scarpa
A vederle non sembravano nemmeno lontane parenti. Una mora, alta e magra e l’altra piccolina e dai capelli rosso fuoco. Ma non era solo una questione di lineamenti e di corporatura. Era nel loro modo di approcciarsi alla vita che la distanza aumentava.
Se Linda appariva anonima a prima vista e cercava di defilarsi da ogni possibile situazione conflittuale, Veronica invece non perdeva occasione per farsi notare, per emergere.
….
Fu in quel momento che l’uomo sul pavimento con un gesto repentino afferrò, nonostante la corda imprigionasse i suoi polsi, una caviglia di Linda, che senza alcuna precauzione gli dava le spalle, tutta presa dalla conversazione con la sorella.
(CONTINUA)