CHI DICE DONNA

Buon 2020!

Accidenti! Mi accorgo ora di aver proprio dimenticato il mio blog. Ma il primo amore non si scorda mai e non posso fare a meno della mia tradizione portafortuna, ossia quella di pubblicare una parte del mio racconto in lavorazione.

Purtroppo sono andata avanti nel racconto ma non ho continuato a pubblicare. Il racconto è sempre quello: Il mistero della donna pantera (indecisa di chiamarlo Il bacio della donna pantera o Il mistero della pantera). Ehhhhh, sento già che fischiate…lo so. Le donne pantera esistono invece… non sono quelle panterate, con i leggins di pelle, ma quelle che guardano dritte negli occhi prima di mangiarvi… come se foste un pandoro (o panettone, fate vobis!).

Ah, quante cose potrei raccontare ma al momento mi fermo qua!

Mi e vi auguro tanto amore, salute, soldi, nel grandioso 2020!

IL MISTERO DELLA DONNA PANTERA

(se cliccate nella foto della pantera, questa vi rimanda al racconto nella parte precedente)

Tutta la vita l’aveva addestrata per questo. Doveva correre e giocare con i maschi del villaggio, con questi doveva competere e spesso riusciva a vincere nelle sfide, quelle di abilità e velocità. Yoric era stato l’unico in grado di sconfiggerla fino al momento dell’allontanamento della sua famiglia. Aveva provato a chiedere spiegazioni ma non le avevano mai rivelato nulla.

Com’era potuto succedere? Perché Yoric? Perché proprio lui? Sentiva verso di lui un’attrazione che non riusciva a contenere, qualcosa che le proveniva dalle viscere.

Lo odio! Pensò ad alta voce. Ma aveva voglia di rivederlo, di sfiorargli ancora le mani, di guardarlo negli occhi buoni.

Sentirono bussare alla porta. Il consiglio si era riunito nella piazza e la stavano aspettando.

Vania l’aiutò a vestirsi. Il corpo di Eilen nudo era una visione di bellezza. Con i lunghi capelli biondi sembrava un’animale di strana provenienza. Nessuna donna al villaggio poteva uguagliarla.

– Andiamo!

Prese la faretra e s’incamminò verso il consiglio.

Il consiglio era composto da una quindicina di saggi, uomini che nella loro vita si erano dimostrati valorosi e validi consiglieri.

– Vieni Eilen.

Ognuno aveva un posto preciso. Eilen prese quello che una volta era di Avedon.

Iniziò a parlare il più anziano, un uomo sull’ottantina, con la barba bianca lunga fino a terra. Si trovava con le ginocchia incrociate sulla grande stuoia distesa sulla piazza come in occasione di ogni consiglio.

– Raccontaci cosa è successo. Dobbiamo seppellire tuo padre con onore.

Eilen evitò di raccontare la parte precedente, quella in cui era scappata nella foresta, incappando negli sfortunati Magda e Milko. Evitò di raccontare come fosse stata scoperta da Yoric nella capanna, accanto ai corpi martoriati dei due ospiti e di come invece lei fosse viva.

Evitò di raccontare la forte emozione nel rivedere quel ragazzo. E il momento in cui il padre si era avventato su loro due, mentre si abbracciavano. Raccontò solo la lotta del padre contro Yoric, ritenendolo la causa delle sparizioni del villaggio e pensando che volesse rapirla.

– Si è gettato contro Yoric, ma questi con la sua forza l’aveva steso a terra, uccidendolo senza pietà. Merita la morte, consiglieri.

Non riusciva a capacitarsi di essere riuscita a mentire così spudoratamente. Sapeva di determinare la condanna di Yoric anche se non aveva nessuna colpa, ma era troppo forte la volontà di ristabilire la memoria del padre. Nessuno avrebbe osato cambiare la versione dei fatti. In fondo, il ricordo del loro capo era importante anche per risanare il proprio onore.

Mentre si svolgeva il consiglio, Vania si diresse verso la prigione di Yoric. Era incatenato all’interno di una gabbia di ferro. Fortunatamente il sole era già sceso da un pezzo, così le sbarre non erano incandescenti come durante il giorno. Quando lo vide, accasciato, ma con lo sguardo fiero di sempre, prese una brocca d’acqua per portargli da bere. La guardia le fece cenno di andarsene, ma lei gli intimò di lasciarla passare. – È un ordine di Eilen.

La guardia allora si scostò. – Yoric!

Sperava che l’amico la riconoscesse dopo tutti quegli anni trascorsi insieme. Lei fin da piccola era innamorata di Yoric, sperava che prima o poi la ricambiasse, ma l’allontanamento della sua famiglia le aveva fatto perdere qualsiasi speranza di rivederlo fino a quel momento… Era rimasta abbagliata dalla bellezza e dalla forza che sprigionava anche ora da prigioniero.

Il ragazzo sollevò lo sguardo e le sorrise.

– Vania! Che fai qui?

A Vania le si spalancò il cuore e il sorriso: si ricordava di lei. Rivide in un attimo tutti i bei momenti passati insieme, le corse, i giochi, gli abbracci fugaci da bambini.

Anche Yoric era felice di rivedere una persona amica in questo momento di profondo sconforto.

-Yoric…, Eilen mi ha raccontato che hai ucciso senza pietà suo padre. Come hai potuto?

– Vania, non è vero. Eilen ha mentito, e forse la capisco, ma suo padre è morto per un attacco di cuore. È crollato dopo che avevamo lottato insieme, non è stata colpa mia.

Sembrava sincero, Vania non pensò nemmeno di dubitare delle parole del ragazzo, conosceva la sua lealtà fin da piccolo.

La guardia li guardò di traverso. Era arrivata la notizia che il ragazzo era stato condannato a morte e il giorno successivo sarebbe stata eseguita la sua pena.

– Vania, mi devi liberare, in nome dei vecchi tempi, di quando eravamo bambini e ci promettevamo di essere sempre pronti l’uno per l’altro. Eilen ci ha tradito e non merita il nostro perdono.

– Yoric, come posso? Anche Eilen è mia amica.

Ora Yoric la teneva per le spalle, ne sentiva il profumo maschile. Non aveva mai pensato agli uomini ma la sensualità di Yoric la percorreva tutta.

– Vania, Eilen non dice la verità. È offuscata dalla perdita di suo padre, e non riesce a distinguere il vero. Liberami, ti prego, così potrò ristabilire la verità.

Vania gli diede le spalle, sfuggendo al suo sguardo. Come poteva tradire l’amica e credere a quell’uomo che rivedeva dopo tanti anni e non sapeva quant’era cambiato e se era cambiato?

Gli si parò innanzi.

– Yoric, non posso…non indurmi a fare qualcosa che potrebbe spezzare per sempre la mia amicizia con Eilen. Sai che le voglio bene come a una sorella e, forse, anche di più.

– Lo so quanto siete amiche, mi ricordo sai? Ma tu, Vania, sei sempre stata la più saggia, quella che riusciva a farci capire quali fossero i nostri limiti. Ti ricordi quella volta sul fiume? Eilen non sapeva ancora nuotare eppure decise di attraversarlo e fu solo grazie al tuo intervento e alle grida di aiuto che riuscimmo a salvarla prima che annegasse nell’acqua vorticosa del fondale. Lei è sempre stata così, si buttava nelle cose senza pensarci. Sai che non sarebbe saggio farle assumere il comando del villaggio. E ora, dopo la morte di Avedon, è facile che succeda proprio così. Vania, fallo anche per il suo bene.

Vania sapeva in fondo al suo cuore che le parole di Yoric erano giuste. Anche l’ultima volta non era stato per colpa di Eilen che Avedon si era addentrato nella foresta ed era morto?

Sperava che i saggi del villaggio non si facessero abbindolare dalla forza delle sue parole e dalla necessità di onorare Avedon, passando a lei il comando, non perché non credesse nella forza e nella grandezza dell’amica, ma conosceva anche la sua avventatezza e questo per il villaggio non era proprio il momento giusto per sopportare altre situazioni di sofferenza. Già la perdita dei bambini innocenti a causa delle belve che arrivavano la notte era dolorosa per tutti.

Decise che avrebbe salvato Yoric, glielo doveva in nome dell’amicizia e della verità.

– Va bene, ma come faccio a liberarti?

– Cerca di farmi uscire, pensa a qualcosa o qualcuno che potrebbe liberarmi.

Vania sapeva che avrebbe potuto parlare con Eilen per cercare di convincerla ma l’aveva vista così risoluta che non pensava di essere ascoltata.

Doveva decidere in fretta. Con sé portava sempre un coltello per difendersi. Era quello il momento giusto. Si avvicinò al sorvegliante e lo guardò negli occhi.  Gli occhi dell’uomo lasciarono intravedere un interrogativo incredulo mentre Vania con uno scatto fulmineo gli infilava la lama dentro lo stomaco. Prese le chiavi dal corpo, caduto a terra e corse da Yoric che se ne stava immobile, sorpreso dalla forza dell’amica.

Yoric quando uscì dalla gabbia l’abbracciò forte, ma sapeva che doveva far presto. Non avevano molto tempo a disposizione per fuggire. Vania aveva trovato dentro di sé una forza incredibile e ora trascinava Yoric verso i cavalli. Presero i più belli e forti e cavalcarono verso la foresta, addentrandosi laddove non sarebbero stati scoperti tanto facilmente.

Passò qualche ora prima che Yoric decise di fermarsi. Vania faticava a stargli dietro, ma si era impossessata di una forza incredibile. Yoric si voltò a guardarla. Vania aveva i lunghi capelli neri spettinati. Quanto fosse bella, Yoric non se n’era mai accorto. Vicino a Eilen qualsiasi donna spariva per la potenza della bellezza che emanava e Vania aveva una femminilità delicata, simile a un cerbiatto dai grandi occhi. Dinnanzi ora gli ritornava in mente il suo gesto violento, non era certo un piccolo animale indifeso.

(CONTINUA)

(racconto di Giulia Penzo ©) 

Buon 2020!ultima modifica: 2020-01-01T00:00:55+01:00da
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