Dopo il ritiro della pubblicità bialetti, grazie a DonneInQuota, mi segnalano attraverso la rete DPI, la lettera dell’UDI di Napoli inviata per il ritiro del manifesto pubblicitario della relish srl visibile sul sito www.relish.it
Su Repubblica di ieri, Oliviero Toscani parla di libertà di espressione: mi dispiace, ma non si tirano in ballo parole come “libertà” quando si tratta di vendere un prodotto:
Spett. Relish srl
Via Dei Fiorentini 21
Napoli
Spett. Istituto
Per l’Autodisciplina Pubblicitaria
Via Larga 15
20122- Milano
Alla Ministra Mara Carfagna
Dipartimento per le Pp.Oo.
Largo Chigi 19
00187- Roma
All’Ufficio di Rappresentanza
Della Commissione europea per
L’uguaglianza di Genere
Via 4 Novembre 149
00149- Roma
Alla Presidente della Consulta
Femminile della Campania
Is. F8 – CDN
Napoli
Alla Presidente della
Commissione Pp. Oo:
della Regione Campania
e p. c. Alla Sindaca di Napoli
on. Rosa Russo Jervolino
All’assessora Alle Pp. Oo.
Del Comune di Napoli
Dott.ssa Valeria Valente
All’assessora alle Pp. Oo.
Della Regione Campania
Dott.ssa Lilli De Felice
All’assessora alle Pp. Oo.
Della Provincia di Napoli
Dott.ssa Angela Cortese
Oggetto:campagna pubblicitaria Relish
La campagna pubblicitaria che in questi giorni, anche sui muri della città di Napoli, reclamizza la collezione primavera/estate del gruppo Relish srl, veicola in modo esplicito un messaggio contrastante il lavoro svolto da associazioni, centri antiviolenza e organismi istituzionali di parità per la lotta alla dilagante violenza sulle donne, oltre a contravvenire ad importanti norme stabilite dal codice dell’Istituto per l’Autodisciplina in Pubblicità agli articoli 9, 10 e 12. Elemento di ulteriore gravità è costituito dalla certa conoscenza, da parte dei responsabili, della dimensione e delle conseguenze sulle donne dei crimini cui alludono, e che esaltano, nel manifesto testimonial della collezione di moda.
Il manifesto esprime compiacenza al più odioso dei crimini, che causa invalidità e danni permanenti oltre, non di rado, a preludere la morte.
Oltre al movimento antiviolenza, anche le istituzioni invitano le vittime a rivolgersi con fiducia alle forze dell’ordine per essere accompagnate nel percorso di riscatto dalle violenze: il pubblicitario ha scelto di identificare i violenti proprio in due poliziotti, inducendo il messaggio occulto di una sfiducia nei tutori dell’ordine, e ponendosi in controtendenza all’interesse concreto delle vittime.
La suggestione legata ai personaggi del manifesto è inoltre in linea con la presentazione di uno stereotipo di donne vittime perché provocatrici in abiti succinti, e con l’idea che l’appartenenza alle forze dell’ordine possa legittimare anche l’esercizio dell’abuso.
In questi anni le donne hanno compiuto un lavoro intenso per contrastare culturalmente e coi fatti questi stereotipi e i danni causati da questi alla qualità della convivenza: sono quindi danneggiate non solo come vittime, ma anche come soggetti di cittadinanza. La pubblicità è un potente mezzo per suggerire occultamente e diffondere modelli di comportamento, ha quindi una responsabilità pubblica, che unita alla sottoscrizione degli articoli di autodisciplina sopra citati, deve indurre immediatamente al ritiro del manifesto e delle sue riproduzioni nella homepage www.relish.it.
Dopo aver già segnalato la pubblicità in oggetto all’Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria, ci rivolgiamo ai destinatari in indirizzo per la eventuale rilevanza a norma di legge dei fatti sopra esposti.
La portavoce dell’Udi di Napoli Stefania Cantatore
Napoli,31/01/09
ciao giulia, hai perfettamente ragione, sia per quanto riguarda commento sul mio blog, sia per quello che hai detto su toscani