Mi trovo d’accordo con le linee principali della lettera delle donne femministe. Anch’io intendo la famiglia non come nucleo marmorizzato ma come spazio di libertà in cui i ruoli non siano stereotipati o assolventi obblighi solo di tipo contrattuale. Credo sia il tipo di famiglia a cui aspirano lesbiche e gay, altrimenti non avrebbe senso che an
Una politica per la famiglia non la vedrei come qualcosa che toglie a qualcun altro/a o che va contro qualcuno/a. Una politica per la famiglia è quella che sa offrire servizi e utilizzare strumenti che possono aiutare le persone nella loro funzione sociale. Banalmente, un asilo per un bimbo non aiuta solo la mamma ma anche il papà (diciamo genitori) allo stesso modo senza per forza imprigionarli in ruoli stereotipati. Potrebbe essere il padre a voler rimanere a casa e la madre andare al lavoro ma il bisogno di un asilo rimarrebbe comunque. Difendere le donne non significa insomma attaccare la famiglia.
Detto questo, la realizzazione di una persona trova spazi e modi così diversi che non mi sembrano semplicisticamente riducibili ad una “realizzazione in famiglia”, è qualcosa cioè così assurdo che non si potrebbe mai dire una cosa del genere (di genere) a meno che non si abbia una visione altamente stereotipata delle donne legata ad una cultura che vede la donna “tutta casa e figli”. Si potrebbe mai dire la stessa cosa di un uomo?
La ministra Carfagna , e questo senza voler esprimere un giudizio sulle sue capacità e competenze, è purtroppo il simbolo di questa retroevoluzione culturale che antepone il corpo delle donne alla loro testa (vi ricordate l’attacco ignobile e stupido alla ex ministra Bindi in riferimento alla sua estetica?) e che offre ai giovani la consapevolezza che le qualità intellettuali non bastano ma che bisogna essere spregiudicati quanto basta per andare in tv a mostrare le proprie nudità (di qualsiasi genere) per poter fare carriera e avere successo. E come dar loro torto quando i soldi che prendono queste grandi personalità televisive sono imparagonabili non solo alle paghe dei giovani, ma anche a quelle dei vecchi ricercatori scientifici? Altro punto dolente è che nella pratica il taglio dei fondi per contrastare la violenza contro le donne è indicativo del valore che le donne hanno in questa legislatura e spero comunque che davvero la ministra si dia da fare per un potenziamento dei centri antiviolenza e della lotta contro gli stereotipi di genere.