CHI DICE DONNA

VOGLIADISOLE, ovvero il pomeriggio

L’albero di Giuda – G.F.G. Liminare_206 (anni 1970)

 

 

Continua il mio racconto (vd. post precedente e Se il mio uomo conoscesse Roland Barthes)

Un ringraziamento speciale a Liminare per la gentile concessione della foto.

Giulia Penzo

 

 

Se il mio uomo conoscesse Roland Barthes

 

VOGLIADISOLE, ovvero il pomeriggio

 

Aveva girovagato tutto il giorno per Roma. Come non farsi stregare dalla Città? Si era disteso sulla gradinata di Piazza di Spagna. Disteso sotto il sole, pensava che lì per sempre avrebbe potuto godere della luce di Roma. Una luce di bellezza.

Le bottiglie vuote di birra erano abbandonate sui gradini, testimonianza di qualcuno che la notte si era strafatto di alcool. Aprì il suo piccolo netbook, e tentò di collegarsi ad internet. Nessuno gli aveva scritto, anzi Lei non gli aveva ancora scritto. Pensò a Vogliadisole. Entrò nel suo blog, e come sempre trovò gli innumerevoli commenti degli amici, che la salutavano, la ringraziavano per le sue parole dolci, per la sua amicizia continua, fatta di piccoli gesti: un saluto, un abbraccio anche se virtuali rappresentavano per qualcuno una finestra aperta d’amore, una ventata d’allegria. Il mondo dei blogger è un mondo triste, in cui tutti hanno bisogno di relazionare con l’altro; forse – a Giorgio venne in mente – forse hanno un buco interiore da riempire: c’è qualcosa nella loro vita che non funziona e vogliono salvarla attraverso il blog. Anche lui.


O forse è l’eterna relazione il gioco dell’essere.


Scrisse una mail a VOGLIADISOLE:

Carissima, sono a Roma e domani risalgo fino a Milano. Se vuoi mi fermo a Padova e vengo a trovarti; hai ancora voglia di vedere di persona un vecchio amico di blog? Naturalmente è solo un’occasione per prendere un caffè insieme e scambiare quattro chiacchere di persona, senza pretesa alcuna. Se oggi non hai tempo a disposizione per me, non preoccuparti, troveremo un’altra occasione. Ti lascio il mio numero di cellulare. Dovrei essere a Padova per le 17.00, fammi sapere al più presto.

 

 

 

Si guardò in giro. Da quanto tempo mancava da Roma? Dal giorno in cui aveva partecipato alla manifestazione organizzata dalla CGIL in difesa dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Una giornata indimenticabile, trascorsa in mezzo a milioni di persone, tutte in nome di un’ideale di uguaglianza. Ricordava ancora la morte del professor Biagi, ucciso qualche giorno prima dalle BR. Un tempismo perfetto, pensava Giorgio, anche quella volta.

Un’avanguardia che non ascolta la base.

Certe volte Giorgio pensava che il Comunismo fosse stato attaccato proprio da chi lo propugnava.

 

I primi a parlare contro il Comunismo erano stati proprio quei filosofi che lo avevano attaccato nel nome, eliminando il nome, e che avevano fondato qualcosa di diverso dal Comunismo. Filosofi che, senza gli operai al seguito, non sarebbero stati nulla. Filosofi che ora comparivano tra i massimi filosofi del Novecento. E forse, più che cattivi maestri, cattivi discepoli.

 

Aveva davvero Voglia di Sole. VOGLIADISOLE, rispondi!

Si incamminò verso la Stazione, e passò prima all’Hotel per riprendere il piccolo bagaglio.

Mentre il sole di mezzogiorno si stagliava alto nel cielo, abbassò lo sguardo per difendere gli occhi e in quel momento il cellulare suonò.

 

(CONTINUA)

VOGLIADISOLE, ovvero il pomeriggioultima modifica: 2009-09-07T22:38:00+02:00da
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