CHI DICE DONNA

LA MIA CASA È FATTA DI VENTO

Continua il mio racconto…

Grazie a Liminare_206 per la gentile concessione della foto.

 

 

LA MIA CASA È FATTA DI VENTO

Lo spazio astruso – G.F.G. Liminare_206

La casa era luminosa e arredata semplicemente, in un miscuglio di bianco e nero. Giorgio si sentì in imbarazzo. Sarebbe sprofondato piuttosto che incontrare la persona da cui scaturiva quella voce. E poi la delusione di non essere solo, anzi da soli, ma di essere in compagnia!

Un brivido gli percorse la schiena e gli fece afflosciare qualsiasi desiderio.

L’uomo che gli si diresse incontro era magro e allampanato e con un leggero accento francese, anzi era un uomo con la erre moscia.

Ciao, …e così sei il fantomatico Gio(rrr)gio”, esordì con voce petulante, “piace(rrr)e, Luca”, e gli allungò la mano ossuta, insistendo con autocompiacimento sulla sua dislalia.

Sì…, piacere” e arrossì fin sulla punta delle orecchie.

Un minuto prima mi stavo per prendere la sua donna, pensò Giorgio, e un minuto dopo mi ritrovo qui in questa assurda situazione imbarazzante.

Guardava Marina, per avere un segnale di incoraggiamento ma lei lo ignorava, e si comportava come se quello successo tra loro qualche minuto prima non fosse mai avvenuto.

Vieni dentro, accomodati” , gli disse Luca accompagnandolo in un soleggiato soggiorno, pieno di libri e di cd musicali.

Siediti un po’”, indicò a Giorgio una poltrona in pelle nera, “riposati, mentre Marina ti prepara qualcosa da bere; sai, mi ha raccontato molto di te, è sempre lì nel tuo blog e mi sta trascurando per questo” e rivolse uno sguardo carico di devozione e di finta accusa verso la moglie.

Un altro uomo che non s’accorge del disagio, della tensione nella propria donna, pensò Giorgio amaramente.

Vide l’uomo come la maschera di se stesso e si ricordò della finzione del rapporto con la sua ex moglie.

Ricordava come ci fosse stata in entrambi la voglia di cambiare, di fare nuove esperienze molto tempo prima della fine del loro matrimonio, ma non trovavano il coraggio di rompere qualcosa che li faceva soffrire. Avevano cercato altre strade allora, intessendo altre relazioni.

Questa impossibilità nel ritorno ad una situazione iniziale idilliaca li bloccava nelle proprie scelte. Sapevano che, andandosene, non sarebbero più tornati se non a costo di una grande sofferenza. Perché non è possibile, nelle relazioni, che un’azione non comporti una conseguenza: le regole sociali non lo consentono, perché implicano il possesso. Anche se fosse tornato da sua moglie, il rapporto non sarebbe più stato quello di prima, come se si fosse arrecato danno ad una proprietà.

Ad un certo punto aveva percepito sua moglie come ostacolo alla soddisfazione dei suoi desideri e aveva provato un impulso irresistibile a ridiventare padrone della sua decisione.

Ora quell’uomo era davanti a lui, e quella donna, e tutti e tre, ovunque si voltasse vedeva un uomo e una donna, nel loro essere. Lui aveva fallito con quella donna, ingannandola, ingannando se stesso, ingannando la sua ex moglie, ingannando anche la sua donna, la donna immaginaria. Perché nascondersi dietro l’ipocrisia?

Ovunque si girasse, non trovava Luca e Marina e Giorgio, vedeva qualcos’altro in loro e cominciò ad amarli. Non voleva tradimento, non era tradimento, era un desiderio d’amore il suo, un desiderio di vita. E lo voleva comunicare al mondo.

Era il momento di rompere le regole di vita dell’esistenza per entrare in una dimensione nuova dell’essere.

Avrebbe allontanato l’inganno dalla sua esistenza, perché aveva percepito il desiderio anche in quella donna. Non il tradimento, ma un desiderio di accogliere. Talvolta non serve altro che un Sì, perché un “altro” si pieghi davanti a te.

Un Sì perché ad un altro qualcosa si “spieghi”.

Basta un Sì per oltrepassare le sue naturali difese e diffidenze e differenze.

Lei mi ha fatto “entrare” ed io sono entrato, Giorgio ne era convinto.

Non muri né porte ma un dentro e un fuori, un esserci o non esserci. Un piccolo sì che divide due mondi, il suo dal mio, il mio dal suo.

Lei mi ha offerto qualcosa che è da Lei stessa ed io, ora che mi ha detto sì, sono ormai privo di difese e non ho ragione per non credere alla sua buona fede.

Lei desidera che io ci sia.

Basta un Sì.

Voglio amare la tua donna, voglio unirmi a lei, carnalmente, non solo nel mio mondo immaginario”, cominciò a parlare, rivolgendosi a Luca. E Luca lo guardò come se nel suo soggiorno fosse atterrato un marziano, e uno strano ghigno si disegnò sul suo volto tirato, come offeso.

 

(CONTINUA)

 

 

 

LA MIA CASA È FATTA DI VENTOultima modifica: 2009-09-25T07:00:00+02:00da
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