Si conclude così il mio racconto…
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Inserisco una mia foto (so già che qualcuno sorriderà…)
continua dal post precedente
Quando arrivò sulla scalinata vicino a Giorgio era già tutta bagnata, ma si sentiva felice e non riusciva a capirne il motivo. Si abbracciarono, ridendo come due ragazzini al primo incontro amoroso. “Entriamo”, le disse Giorgio scostandole i capelli appiccicati al viso e spingendola dentro l’autogrill. Decisero di mangiare un panino caldo e andarono a sedersi ad un tavolino metallico vicino alla vetrata.
I fanali delle macchine e la pioggia disegnavano sulla grande vetrata segni lunari, che svanivano dentro le gocce di pioggia che si frantumavano sull’asfalto.
Sedettero uno difronte all’altro. Si guardarono con il desiderio della scoperta. Gli osservava il mento sfuggente, gli zigomi alti e il naso leggermente storto. Gli occhi erano di un verde, “Che colore strano negli occhi…”, gli diceva. E lui “Verdi, sono verdi cangianti…”
“Sono belli, sembrano acqua di mare, quasi mi ci tuffo dentro”
“Tuffati allora, ti prendo” le disse con fare sornione.
“Sai, è una situazione imbarazzante, qualche ora fa mi hai visto completamente nuda fare l’amore con mio marito. Se qualcuno mi avesse raccontato una storia simile non ci avrei creduto”, Marina cercò di riportare il discorso su un piano meno seduttivo.
“Ti dimentichi che l’avresti fatto anche con me, l’amore”, ora lui gli prendeva la mano, cercava il suo calore.
Lei ritrasse la mano, non per sfuggirgli, ma per parlare. Dovevano parlare ancora, lei ne sentiva il bisogno.
“Sì, avevo il desiderio e l’avrei fatto”, le disse sfacciatamente.
“Cosa ci ha fermato allora? Quando l’ho detto a tuo marito mi aspettavo da parte tua la verità, perché fingere con lui?”
“Non ho finto, con mio marito esiste una buona intesa sessuale. Quando te ne sei andato ho avuto paura che tu avessi frainteso e che ti sentissi umiliato. Mentre facevo l’amore sentivo la tua presenza, e per un momento ho pensato che sarebbe stato bello che partecipassi anche tu. Luca in quel momento non voleva fare davvero l’amore, cercava solo di darmi piacere e di prenderselo, voleva farmi capire quanto mi desiderasse, che non avevo bisogno di altro, ma non c’era null’altro. La scoperta, il desiderio di incontrarsi, questo mancava e volevo raggiungerlo con te…”
“L’ho capito, ho capito”, la rassicurò Giorgio “Questo mio viaggio è nato con la decisione di conoscere Giovanna ed ora non so cosa mi sia successo. Volevo andare da Giovanna ed invece eccomi qui, con te, dopo avere combinato un bel po’ di confusione anche con tuo marito e Giovanna in questo momento che vedo e sento sempre più lontana. Non so nemmeno se provo ancora il desiderio di incontrarla, mi sembra inutile e forse dannoso, vista la situazione che si è creata con te…Dovevo solo fare un viaggio e mi sto perdendo.”
“Non ti stai perdendo, ci stiamo trovando. Sai, quando ho lasciato Luca e sono venuta a cercarti, sentivo forte i tuoi pensieri. Non capivo cosa mi dicevi. Vagavo con la macchina, e ti sentivo. Era qualcosa che mi spingeva a te. Più di qualche volta mi è successo di pensare forte ad una persona, e ne percepivo le sensazioni, era come se tutte le sue sensazioni si riversassero su di me. Tante volte non ho voluto coglierle, mi distraevo, cercavo di distogliere la mia attenzione da questo, ma oggi mi sono lasciata trasportare e sono arrivata fino a te.
Mi sono sentita infinita e sentivo di amarti.
Oh, non so se si possa chiamare amore, forse è anche qualcosa di più, ma io amo anche Luca e tu Giovanna ed è con loro che noi vogliamo vivere la nostra vita. Io volevo fare l’amore con te, non stare insieme a te. Volevo soddisfare un desiderio, di unirmi a te, perché so che con te c’è qualcosa di intimo, di intesa intima che va ben oltre l’atto fisico; l’atto sessuale aprirebbe un’altra parte di me, alla tua conoscenza, alla tua essenza. Non è solo la soddisfazione di una mera esigenza fisica, è qualcosa di più…, è un incontro.
È difficile farsi capire e spiegarti, la nostra sembra un’umanità lacerata, che lascia poco spazio alla fantasia, in un sistema di input/output, impatto/esito della stessa vita e per nascondere le sue lacerazioni tende a cellofanare tutto, come in quest’autogrill. Guarda, tutto è ricoperto da cellophane eppure si percepisce l’odore, l’unto permane sugli alimenti, tutto diventa merce scadente nonostante siano prodotti anche di buona qualità. Ma questo luogo di passaggio non ti permette di cogliere la loro bellezza, sono ammassati come prodotti di consumo, da guardare, da mangiare, da spremere, da buttare. Nel virtuale tutto allo stesso modo. La pellicola avvolge, non si coglie l’essenza, siamo tutti prodotti indistinti, finché non si entra nel dialogo, non si cerca qualcosa oltre la pellicola, la si toglie e si arriva all’incontro. Se lo desideriamo si arriva allo svelamento.”
Giorgio la guardava. Si alzò e la prese per mano “Andiamo”
Uscirono dall’autogrill correndo ed entrarono in macchina. Sapevano già cosa avevano voglia di fare. La pioggia forte toglieva ogni visibilità e nessuno nell’oscurità della notte avrebbe potuto vederli; abbassarono i sedili. Lui si adagiò sopra il corpo di Marina e si baciarono profondamente. Era tutto un fruscio di vestiti nello spazio ristretto della macchina; lei lo sentiva premere sull’inguine, strusciando con la cerniera dei jeans sul monte di Venere. Il calore si propagò velocemente al resto del corpo. Le mani di lui risalivano al seno e poi giù, fino ad incontrare i fianchi e addentrarsi a sentire la pelle più sottile, la meno esposta: abbassò la lampo, sfilandole parte dei pantaloni ancora bagnati. Lei fece altrettanto, godendo dei suoi muscoli in tensione. Raggiunsero entrambi velocemente l’amplesso: si incontrarono.
Quando si sciolsero dall’abbraccio, sapevano che ormai era cambiato qualcosa. Si sistemarono i vestiti in silenzio, per non turbare il momento di gioia.
Un fascio di luce li illuminò, i fanali di una macchina in arrivo. La macchina accostò lì vicino a loro.
“Luca…” accennò con la voce Marina.
Luca scese dalla macchina e rimase immobile in attesa, in piedi davanti a loro, con la pioggia trasformata in piccole bollicine di acqua frizzante. Marina non si stupì della sua presenza, era naturale che lui l’avesse raggiunta, l’aveva fortemente pensato.
Marina si girò verso Giorgio, “Devo andare”
“Sei libera di scegliere”, le rispose.
“Sì, sono libera” gli disse sorridendo e, dandogli un leggero bacio sulla guancia, scese dalla macchina e di slancio si buttò nell’abbraccio di Luca.
FINE
la libertà…. adersice a scelte impreviste. chissà poter sceglierLa sia un bene o un male.
bel racconto. ma è solo un racconto ? :-)))
ciaooo
Mauro
Ciao Mauro,
racconto…racconto :)))
Forse hai ragione, non sono scelte, già nella scelta è implicito un obbligo. Semplicemente si può avere tutto, senza astio, senza inganni, magari si soffre e magari si è felici, e bisogna sempre rispettare l’altro. Purtroppo bisogna invece essere ipocriti per mantenere una finta facciata di moralismo.
Mah..mi sto ingarbugliando, vedi c’ho messo fine anch’io… :)))
ingarbugliata ma fine :-))) e anche brava.
Cena in autogrill…..amplesso in macchina…..Contro il logorio della vita moderna? Scherzo…..mi è piaciuto. Per vari motivi, che non sto qui a spiegare. Adesso rimetti in moto la fantasia….e riparti col prossimo ;-))
P.S: Non verrò a Brescia perchè da qui è distante anni luce. A Roma con 3 ore ce la faccio. A Brescia ne impiegherei 7-8.
Però mi hai fatto ricordare le manifestazioni dell’UDI. A suo tempo, ne ho fatte….
mi riservo anche qui…
Quanti colori! pure verde cangiante… e il mento sfuggente com’è… bisogna rincorrerlo? pure il naso storto… siamo alla fabbrica dei mostri…
Nel suo insieme il racconto è bello e mozzafiato, ma secondo me può essere valorizzato con integrazioni e con una rilettura… poi lo presentiamo alla Favorita…
Infine però ci resterà un grande vuoto: Giovanna…
p.s.: nel tempo libero vai in cerca di discariche abusive?
Un uomo che vuole andare dalla Giovanna e si perde per strada qualche problema deve averlo. Non si molla una Giovanna per una Marina qualunque. Rido che poi ti spiego il perchè.
Inizio a pensare che tu viva in una discarica. Rirido.
L’ordine mi piace ma vivo nel caos. Nella mia testa l’ordine è fondamentale.
wow…
a buon intenditor poche parole
Cito: “non sono scelte, già nella scelta è implicito un obbligo. Semplicemente si può avere tutto, senza astio, senza inganni, magari si soffre e magari si è felici, e bisogna sempre rispettare l’altro. Purtroppo bisogna invece essere ipocriti per mantenere una finta facciata di moralismo”
: ari wow, condivido
Meno ipocrisia si può, specie con chi si vuole.
buona serata
Acc! Povera Giovanna. E d’altra parte nn c’era via d’uscita per una che si fingeva un’altra. Avrei dovuto far soffrire ancora il pover’uomo di Giorgio. Anche se ha goduto…eccome!!! :)))
Giovanna credo preferisca così.
Marina mi è antipatica, ma mi è venuta fuori simpatica.
Io mi chiamo Giovanna, per dire.
Un dubbio che si sta facendo certezza. Allora come scrivo fa piangere? Dici sia meglio che mi dia al golf?
HAi ragione c’è anche altro. C’è dolore e lacrime e abbracci scordati. E la consapevolezza che sia finalmente felice.
Si, si, è proprio così. come quella arsa che sentiva le voci.
Eccellenza? Perchè?
Sai, da piccola non mi piaceva. Mi piaceva al maschile. Riempiva la bocca, mi dava l’idea di forza, potenza, comando. Ma al femminile no, non rendeva. Poi, mi ci sono abituata. Era unico, in classe non c’erano doppioni, bastava pronunciarlo e si sapeva che ero io. Mi illudevo di essere come Eduardo, bastava il nome. Ci si fa una ragione di tutto. E comunque ringrazio i miei di non avermi chiamato Marika, Ylenia, Roxana, Katiuscia, Mery, Andrea, Luna, Selvaggia, Chanel. Rido.
Però di avessero chiamata Maria Lourdes… 🙂
Una Maria Lourdes non ha scampo…, Noti, siamo fortunate valà 🙂
ero quasi sicura che finisse con un distacco
staccarsi da qualcuno per unirsi ad un’altro
una bellissima storia
letta con l’attesa del successivo capitolo
grazie
:-)mandi
Mia nipote si chiama Giulia ed effettivamente è una brava ragazza. E’ questo il problema? Essere una brava ragazza?
Per Briciola: Maria Lourdes non l’avrei disdegnato.
Emozionante…Grazie per avermi fatto vivere questa emozione!poi cosi per caso_ _ _a sorpresa e ancora più bella e forte! benkoo!
ti ringrazio GIULIA!Come mai Sebastian?
e il nome di mio figlio!il mio raggio di sole!beh spero che il mio racconto colga in te le stesse emozioni che ha dato a me_ _ _un abbraccio e a presto!
P.S.:la gioia di vivere è il miglior cosmetico per la donna!benkoo
buongiorno a te Giulia carissima
e buon fine settimana visto che è venerdì
qualche volta non mi rendo conto nemmeno di che giorno sia
tanto sono tutti uguali
:-)mandi
Emma, Giulia, un io dissociato, una schizofrenia di nomi. Mi devo preoccupare?
No, non ti devi preoccupare. La mia passa. La mia è solo una mosca noiosa e mi sono già procurata lo scopino. Per la tua rileggerò Tobino.
ops, se avessi letto il tuo commento prima avrei postato una poesia sulle libere donne di magliano!
grande Tobino, in assoluto.
E sai tutta la polemica con basaglia?
Ecco, sono certa di averti intravista in uno dei sui personaggi, la, per le antiche scale. Rido.
Si, io avevo un camice bianco, ero dietro una scrivania e mi ostinavo a chiederti se volevi sederti o sdraiarti perchè ti dovevo cazziare visto che non volevi prendere ne le pastiglie rosa ne’ quelle gialline. Rido.
Di certo tu hai visto ” Qualcuno volò nel nido del cuculo”. Beh Hai presente l’infermiera carogna? Sai chi la interpretava? Rido molto.
Non vale. Voglio una casa-famiglia con gli assistenti sociali che ti portano da mangiare.NOn disumatizzatemi più di quello che sono. Rido. Adesso vado a letto e forse piango.
Mi sono stampata le 16 pagine di racconto…stasera prima di andare a letto me lo leggerò! Ho evitato saggiamente di leggere la fine anche se mi prudono gli occhi per farlo!
Grazie per la visita, grazie per il parere…per ora!
E comunque, piacere!
Buona giornata.
Grazie, sei gentilissima.
Un bacione per il fine settimana (sperando che nn te lo rovini…)
T’oh una vigna! Tipo un non luogo di passaggio per Liminare?