Oggi sono 100 anni dalla morte di Cesare Lombroso.
Forse è un caso, ma anche Lombroso ha effettuato una ricerca sul perché i Preti si vestono da donna.
Qui un riferimento alla sottana ci sta benissimo…
Continuano invece le azioni di Katia contro quello che lei definisce le centrali del lusso.
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ATTACCO ALLE CENTRALI DEL LUSSO!
Un nuovo obiettivo
(dal sito museo criminologico di Roma)
Katia si guardò allo specchio. L’immagine riflessa era quella di una ragazza diciassettenne, bionda, dai lineamenti gentili e raffinati, come una qualsiasi ragazzina che, indossando qualsiasi straccetto, poteva risultare attraente e seducente secondo i canoni della moda attuale. Se però qualcuno l’avesse osservata attentamente avrebbe potuto scorgere negli occhi grigi – qualcuno li avrebbero definiti occhi di ghiaccio – una determinazione tale da spaventare chiunque.
Si gettò noncurante sul letto, amava guardare quel grande sole giallo che illuminava la stanza e allora sorrideva da sola, ripensando al giorno che l’aveva portato a casa.
“Mamma, guarda cosa mi ha regalato Carmela…”, così lo aveva portato a casa da sua madre. Insieme avevano srotolato la tela sopra il tavolo del soggiorno.
Sua madre l’aveva guardato esclamando: “Non dirmi che ti vuoi mettere sta roba in camera tua!”
Lei aveva sorriso. “Mamma, si tratta di un De Chirico, Carmela potrebbe venire a casa nostra e se non lo vede appeso magari pensa che non mi sia piaciuto; mi dispiacerebbe farle un torto, sai con i pochi soldi che ha a disposizione, mi ha fatto un regalo…, sai bene cosa significa!”
“Va bene, però non dirmi che è un De Chirico questa roba qui”, acconsentì sua madre, “e mettilo in camera tua, che qui non sta bene con i nostri mobili”
Katia allora aveva appeso il suo De Chirico in camera. Morire d’amore per un sole giallo. Sarebbe morta soavemente di gioia, lì dov’era prima non era apprezzato abbastanza…e ricordava il furto alla Farnesina, avvenuto qualche mese prima.
Di certo il portavoce del vicepremier non aveva fatto alcuna menzione della ragazza che si era fatta accompagnare nel suo ufficio con intenzioni tutt’altro che di segretariato. Le indagini si erano insabbiate, e probabilmente stavano correndo sui binari della ricettazione e del commercio di arte, e non sarebbero mai arrivate all’appartamento di una ventiquattrenne squattrinata.
La mamma di Katia entrò in camera sua e osservò la figlia. “Sai” le disse, rivolta con lo sguardo a quello che lei considerava una miserevole copia, “comincia a piacermi questo quadro, anche se è una riproduzione. Quando entro qui dentro mi sembra di essere felice e non riesco a capire il motivo…”
“Sai mamma, credo che questo sole giallo rappresenti la vita, e il filo lo collega ad un altro sole, spento, tutto nero. Sono entrambi vivi, lo vedi, mamma, stanno vibrando entrambi. Forse la luce e l’ombra, entrambe hanno la stessa dimensione…Le forze della natura, il sole innanzitutto, che rappresenta la vita, vogliamo depredare anche questo, noi uomini avidi, ma la natura ha in serbo solo per noi la vita, anche quando mostra verso di noi il suo lato scuro”
La donna guardò la figlia. Quando anche sua figlia avrebbe mostrato il lato oscuro?
(continua)