Una voce riecheggiò per la casa: “Nonna, vado via, torno stasera a mezzanotte”, gridò Valeria neanche si trovasse a chilometri di distanza dalla cucina dove nonna Adele se ne stava quietamente a leggere il giornale. Adele non ebbe nemmeno il tempo di replicare che Valeria, più veloce di una trottola e sensuale come una diciassettenne può essere in maniera naturale e inconsapevole, era passata a lasciarle un leggero bacio sulla testa, proprio come si fa con i vecchietti, e se n’era andata. Neanche il tempo di andare alla finestra per vedere la nipote salire sulla macchina di Roberto, il suo ultimo ragazzo, con cui filava già da qualche mese.
Non le piaceva granché, quel ragazzo, che ogni tanto piantava in asso sua nipote da qualche parte, manco fosse stata un pacco postale.
Nonna Adele posò il giornale; come al solito guardò sulla mensola la foto di Anna, sua figlia, madre di Valeria nel giorno del suo matrimonio. Com’era bella! E com’era bello suo marito, marito esemplare e padre perfetto fino a quel giorno maledetto in cui, per un orribile incidente stradale, era morto insieme alla moglie, lasciando Valeria da sola, per sempre.
Era tutto ciò che era rimasto alla vecchia nonna, le aveva fatto da mamma, aveva instaurato con lei un rapporto d’amicizia e d’amore, ma ora…ora sentiva che Valeria si stava allontanando.
Si assopì di un sonno leggero. Alle due del mattino guardò distrattamente l’orologio e sentì i passi affrettati di Valeria, che cercava di rientrare senza fare rumore per non svegliarla.
Lei si accorgeva, ma faceva sempre finta di niente. Non voleva diventare come sua madre che l’aspettava con la scopa in mano per dargliene di santa ragione, senza ascoltare alcuna giustificazione da parte di Adele.
Com’era stata bella, Adele. Oh, pensava ai suoi diciott’anni e al vestito svolazzante per la festa del paese. Tutti a guardarla, sulle sue prime scarpe col tacco. Ma non era ancora in grado di sostenere lo sguardo di un uomo: arrossiva e abbassava gli occhi, che stupida!
Ritornò alla realtà…sentiva uno strano lamento provenire dalla camera di Valeria.
Piano piano si alzò dalla sedia e aprì la porta della camera; Valeria era distesa sul letto e piangeva sommessamente.
Adele le si avvicinò e la carezzò dolcemente.
“Nonna”, le disse Valeria, avvertendo il materno contatto, “Nonna…, Roberto…, Roberto voleva che io…, io non so se ho fatto bene, ma lui mi ha detto che era abituato così…e che se non lo avessi fatto con lui, non lo avrei più visto…” E si rimise a piangere più forte.
La nonna continuò ad accarezzarla, sapeva che non servivano parole, ogni donna nella sua adolescenza passava quel duro momento di scelta: scegliere se farlo in quell’occasione o aspettare, e la nonna sapeva che non servivano consigli, Valeria avrebbe capito da sola quando sarebbe arrivato il momento giusto.
Piano piano la ragazza si addormentò e la nonna la lasciò tranquilla in camera sua.
La mattina seguente Valeria si svegliò e andò a scuola come al solito.
La nonna preparò un bel pranzetto per il rientro della nipote. Avrebbero mangiato insieme e avrebbero parlato con tranquillità di quanto accaduto la sera prima.
Si sedettero al tavolo della cucina e Adele accese la TV per ascoltare il telegiornale, mentre mangiavano allegramente in un clima di complicità.
I primi titoli la lasciarono di stucco. L’immagine la riportava con la memoria a qualche anno prima: il luogo dell’incidente dei genitori di Valeria.
“Valeria…guarda! E’ dove tua madre e tuo padre sono stati uccisi da quei disgraziati…” gridò Adele a Valeria, che se ne stava impassibile a guardare la TV, addentando la bistecca polposa.
I primi titoli del telegiornale riportavano:
GRAVE INCIDENTE SUL CAVALCAVIA DELL’AUTOSTRADA: MUORE GIOVANE DI 18 ANNI.
Forse la vittima stava lanciando sassi dal cavalcavia insieme agli amici quando è caduto, precipitando nella strada sottostante, dove qualche anno prima aveva perso la vita una giovane coppia.
Adele si alzò in piedi sconvolta: “Ma è Roberto…, è Roberto…quello sulla foto”.
La foto riportata in TV era quella di Roberto, il ragazzo con cui Valeria era uscita la sera prima, pensò Adele, sì…era proprio lui e ora campeggiava sullo schermo in maniera irreale.
Adele guardò la nipote.
Valeria continuava a mangiare: “Nonna, voleva che lo facessi insieme a lui…
Roberto voleva che lanciassi i sassi…, insieme a lui.”
Buongiorno emma, scusa la mia latitanza, un pò il lavoro, un pò l’assenza di parole, però appena ho un attimo riemergo!
Come stai?
…il racconto quì sopra mette i brividi…porco cane se li mette…
accidenti
sei bravissima a far accapponare la pelle all’istante
ha ragione cassandra !!!
Mandi emmagiulia
🙂
Boh, sto perdendo il filo oppure mi sto’ a rincoglionire? Il post commentato precedentemente era un’altro!!!
Commento un post e me ne ritrovo a leggere un altro, la sensazione è stata di quello che prende il treno per Bologna e ad un certo punto si rende conto di viaggiare verso Pescara.
P.S. Significa metronomo MÄLZEL (quello che lo ha inventato) impostato a 52 scansioni o battiti al minuto.
II P.S. Beethoven è stato il primo compositore nella storia della musica a riportare l’indicazione metronomica in testa alle sue partiture.
ognuno vede quel che vuole … ma certo sta storia non è delle più allegre 🙁
smack
In questi giorni sono un po’ lunatico, quindi sulla luna!
Le nonne pensano sempre al sesso, è risaputo. Sorrido. Ottima prosa che scivola come un drappo di seta sulla pelle facendola accapponare.
Mah, in effetti è luna piena!
ma certo !!! il nostro motto è: quel che è tuo è mio e quel che è mio è mio …
in sostanza … possiamo scambiarci i click a vicenda (magari in più di due) e guadagnamo (poco) ma tutti … smackkkkkkkkkkkkkk
Un giorno mio nonno,
poco tempo prima che morisse,
mi fece un discorso breve ma intenso
che leggendo questa storia
mi è tornato in mente.
Mi disse che tutti i suoi anni,
i capelli grigi, le rughe, le tante esperienze
soprattutto negative
rimanevono solo ricordi,
poichè non erano serviti ai figli
non serviranno nemmeno ai nipoti.
“Farete i miei stessi errori” continuò,
“quelli che vi ho raccontato mille volte”.
Certo, il tuo racconto mira a un’altra cosa,
ma c’è qulacosa che mi ha fatto ricordare mio nonno.
Il finale a sorpresa mi ha fatto inceve pensare
che forse era meglio quello che ci avevi
fatto immaginare, quelle del cavalcavia
sostengo, sono tragedie ben più gravi,
anche se le prime esperienze sessuali
per la donna possono essere traumatiche
ma un trauma che ha scelto, ecco qui mio nonno,
le violenze, invece, è tutto un altro discorso.
Ciao Giulia.
dust
Buon fine settimana EmmaGiulia
come ti linko?
Emma?
Giulia?
ahhhhhhh
la doppia donna
ti piace?
🙂
appena ho qualche soldo in più la prima cosa che faccio è levarmi tutto il seno…voglio una meno zero…
Per il resto, sì la testa ce l’ho, a volte si perde, ma spesso la ritrovo :-DD
Buongiorno emma!
Ripensavo al titolo…una sottigliezza!
ricambio il tuo apprezzamento sul mio post molto volentieri e con la massima sincerità: un racconto che si legge d’un fiato, cadendo nella trappola svelata dalla rivelazione finale.
Bello davvero e purtroppo riporta alla mente tragici avvenimenti di qualche anno fa…
—
Non pensarci troppo su, sul mio post! Ognuno è libero di interpretarlo come vuole! Poi, magari, ti dirò qual’era la mia intenzione… 🙂
Buon fine settimana!
ciao EmmaGiulia
si hai ragione
tu il nome ce lo metti ed è giusto chiamarti così
Ah, caso mai non avessi letto qualche post fa sulla tredicesima luna, io mi chiamo Romina e se vuoi invece di strega puoi chiamarti così 🙂
Io ce lo metto il nome ma solo a volte
:-)mandi
Boh!
una ragazza fortunata, non c’è che dire….
Buona serata..
a dire il vero colpa del papà a cui piaceva pa Power :-)))
ti sei buttata sul rosa vedo
Buongiorno EmmaGiulia
:-)mandi
è la mia personale visione della blogsfera… un mucchio di replicanti dove, ogni tanto, qualcuno prova ad uscire dalle righe e a capirci qualcosa di più… 🙂
Buondì, Giulia!
ahahah sì controccorrente!!!
Qualche anno fa sono andata ad acquistare un reggiseno, e mentre borbottavo lamentandomi delle mie odiose forme, la signora del negozio mi dice “ma cosa ti lamenti, che ci sono donne che se lo rifanno per averle come le tue”…io l’ho guardata, basita e un pò anche scazzata -perché che palle, se a me non vanno, non vanno!- e le dico “beh guardi, per me sono tutte cretine quelle che se lo rifanno…”. Lei sta muta, e mia mamma mi fulmina con gli occhi…poi una volta fuori dal negozio, la mia dolce mammina mi ha informata che lei se l’era rifatt….^__^ inutile dire che non ci sono più andata!!!!
Buon inizio settimana.
D’altronde l’Amaranta è una suora!
P.S. Sì, ho un debole per le donne carnose, in realtà non faccio distinzione.
E’ una bella storia quella di Nonna Adele e ache quella di Valeria. Se ci accorgiamo che un punto è il ciglio del burrone, forse abbiamo abbastanza istinto vitale per fare un passo indietro, anche se abbiamo l’età in cui, come canta Guccini, “si è stupidi davvero”. Un saluto da NM
leggo esterrefatta il commento del musico: è di quei tipi della serie “basta che respirino” ;-)))
lo definirei in altro modo…….diciamo…..chiodo fisso? Rido.
Evidentemente abbiamo un’idea diversa della classe, dell’eleganza, del cercare di non apparire.Un bustier tempestato su un giro vita di 200 cm. lo trovo ridicolo, inadatto. Sulla Lecciso ammetto che sia ok.
Emh…ebbene sì, mi piacciono le donne ciccione!
P.S. Però alterno.
Eh… campeggia facendo bella mostra di sè, incorniciato e sottovetro, nella zona dedicata all’home theatre di casa. Assieme ad un megaposter de “il Padrino”, ad uno di “Radio days”…
A parte l’E-scherzo, su Ebay ho svolto una settantina di compravendite ( anzi… togli il -vendite) con insuccessi minimi. Solo una volta un tedesco non ha spedito quanto stabilito e 🙁 già pagato, ma sono stato risarcito dall’organizzazione.
Mettiamola così: di rischi ce ne sono, ma con un minimo di arguzia (come del resto nella vita reale) ci si espone al minimo…
Buona giornata.
aridaie con le brioche :-)))
doppia colazione oggi
mamma mia lo so che lo fate perchè mi volete bene ma sono già una balena, che altro devo diventare?
eh?
Buongiorno EmmaGiulia
🙂
Vero, manca Chaplin e una serie di miti del cinema, ma… è indispensabile darsi dei limiti: se occupi una parete con un manifesto 70×100 devi rinunciare a superficie equivalente da riempire di DVD :-)))
Ho anche il pallino dei telefilm di fantascienza, quindi ci sono UFO e The Prisoner…
Se mettessi qualcosa di Chaplin, sarebbe il manifesto di Tempi Moderni oppure The Dictator, credo.
Oh my gosh…
Se ti ho rovinato il pranzo, vado a comprare un manifesto di “Pierino contro tutti” con Alvaro Vitali e te lo spedisco :-)))
Ok, vedo cosa posso fare :-))
Insomma… niente giri di parole! :-)))
mi è capitato spesso di riflettere su cosa scatti in certe menti umane aduse al crimine, non ho trovato grandi soluzioni… penso tuttavia che la scuola che ci sta sgretolando la nota ministra, non ci dia grandi speranze per il futuro… Un rimedio tuttavia c’è, l’isola felice… io ne conosco una…
“Natale” è ancora lontano perchè i “farisei” facciano finta di ravvedersi, incinta o meno…
l’avresti mai pensato di dover fare il tifo per Fini?
Dimenticavo: mi son perso “la sinistra”, l’hai vista da qualche parte?
… quando il suo bimbo sarà in età scolare chissà se ci sarà ancora la scuola!
(tuttavia le aguro che sia sano… e bolscevico… da darle tante di quelle mazzate…)
Non “significo” e non “rappresento” nulla, mi limi-to a studiare, percepire, sperimentare e sintetizzare, a voler spiegare c’è una relazione nell’idea delle classi dirigenti (sempre più “caste”) a voler fare, seguito immediatamente da un’inazione (nel senso che nulla cambia veramente); come un cartone animato la cui musica (le acciaccature e le note puntate della partitura di Haydn) rivela l’andatura “zoppa” preludio all’immobilità.
P.S. Lo so, so’ cervello-tico.