CHI DICE DONNA

IN-CONTRO

Panchina single – G.F.G. Liminare_206

IN-CONTRO,

ovvero la levità dell’incontro e la pesantezza dello scontro. Oggi mi piace mettere in luce così questa mia riflessione.

 

 

L’INCONTRO


“Ciao, mi chiamo Giorgio”

Si presenta così, questo piccolo uomo, con gli occhi neri e i capelli radi sulla testa. Mi piace il suo modo di fare, semplice, senza tante cerimonie o finti sorrisi a quarantadue denti.

A fianco c’è anche un altro uomo, ma la mia attenzione è catalizzata da quegli occhi incredibilmente neri.

Ci presentiamo anche noi due, io e la mia amica Paola. Lei è timida, non prende alcuna iniziativa.

“Ciao, io sono Elisa” e allungo la mano per incontrare la sua, che mi porge amichevolmente.

Che stretta! Mani possenti…, penso con una leggera eccitazione per l’inconsueto incontro.

“Mi chiamo Stefano”, si presenta anche l’altro amico.

Chi sono questi? Da dove spuntano? Due altri conquistatori?

Basta! Non ne voglio sapere…; è recente una brutta storia, non m’interessa più niente, eppure…, rimaniamo monopolizzate dal loro modo di fare, dalle loro parole, dai loro discorsi retorici ed utopici.

Giorgio ogni tanto mi guarda con occhi che vanno diritti in profondità.

“Dobbiamo andare, si è fatto tardi”, esclamo guardando l’orologio.

Infatti è ora di rientrare a casa, comincia a fare buio. Stare ai giardinetti di sera mette paura e compaiono strani tipi in giro, poco raccomandabili.

Ci guardiamo negli occhi, io e la mia amica.

Sì, siamo state bene insieme a loro.

Ci chiedono un appuntamento per domani e noi lo accettiamo felicemente.

In fondo, ad ottantanni, abbiamo ancora tutta la vita davanti…

 

 

 

DA RESTARE

 

Paesaggio

incosciente di se stesso

si perde tra le pupille

spente.

Affannoso il respiro

di quest’uomo

che mi siede accanto

e con gesti nervosi

accompagna la sua mano.

Fotogrammi sgranati

nella mente,

mani che frugano

silenzi di paura

e poi il nulla

che ti cade

pesantemente addosso

come una minaccia,

e ti copre il viso,

ti stringe le gambe,

il cuore.

Da morire,

da restare,

da andartene via.

E l’uomo

si accende una sigaretta.

 

 

 

P.S. la foto è liberamente offerta da Liminare

 

 

IN-CONTROultima modifica: 2010-10-15T00:42:00+02:00da
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